L’armonica diatonica è uno strumento musicale che offre molte possibilità espressive e creative, ma che richiede anche una buona dose di impegno e dedizione per essere padroneggiato. In questo articolo vedremo come sia importante imitare i grandi dell’armonica per imparare stile e fraseggi a usare nell’evoluzione di strumentista e come sia necessario, poi, studiare la musica per svilupparsi come musicisti.

L’imitazione: un metodo efficace per apprendere

Uno dei modi più efficaci per apprendere a suonare l’armonica diatonica è imitare i grandi armonicisti che hanno fatto la storia dello strumento, sia nel blues che in altri generi musicali. Imitare significa ascoltare attentamente i loro brani, cercare di riprodurre con l’armonica le loro note, i loro effetti, i loro accenti, i loro ritmi, i loro bending, i loro vibrati, i loro ornamenti, i loro stacchi, i loro silenzi. Imitare significa anche osservare i loro video, se disponibili, per capire come tengono lo strumento, come respirano, come usano le mani, come si muovono, come si rapportano con il pubblico.

Imitare i grandi dell’armonica ha molti vantaggi:

• Ci permette di assimilare il loro stile, il loro linguaggio, il loro gusto, il loro feeling, il loro modo di interpretare la musica.

• Ci fa scoprire nuove tecniche, nuove sonorità, nuove possibilità dello strumento, che altrimenti potremmo ignorare o trascurare.

• Ci fa migliorare la nostra capacità di ascolto, di analisi, di memoria, di intonazione, di ritmo, di coordinazione, di espressione.

• Ci fa divertire, ci fa emozionare, ci fa sentire parte di una tradizione, di una cultura, di una comunità.

Tra i grandi armonicisti da imitare, possiamo citare alcuni nomi illustri, come:

• Sonny Boy Williamson I e II, Little Walter, Big Walter Horton, James Cotton, Junior Wells, Sonny Terry, per il blues.

• Toots Thielemans, Howard Levy, Gregoire Maret, Hendrik Meurkens, per il jazz.

• Bob Dylan, Neil Young, Bruce Springsteen, John Popper, per il rock e il folk.

• Larry Adler, Jean-Jacques Milteau, Carlos del Junco, Brendan Power, per altri generi e stili.

Ovviamente, la lista non è esaustiva e ognuno può scegliere i propri modelli di riferimento in base ai propri gusti e alle proprie preferenze. Per il Blues ho creato una selezione di armonicisti di riferimento che trovi QUI


Lo studio: un passo necessario per crescere

Imitare i grandi dell’armonica è un metodo efficace per apprendere, ma non è sufficiente per crescere come musicisti. Per fare questo, è necessario anche studiare la musica, cioè le sue regole, le sue strutture, le sue forme, le sue armonie, le sue melodie, le sue scale, i suoi accordi, i suoi ritmi, i suoi stili, i suoi generi, i suoi contesti. Studiare la musica significa anche conoscere la storia, la cultura, le influenze, le innovazioni, le tendenze, le personalità, le opere, gli eventi che hanno caratterizzato il suo sviluppo e la sua evoluzione.

Studiare la musica ha molti benefici:

• Ci permette di comprendere il senso, la logica, la coerenza, la bellezza, la varietà, la complessità o la semplicità della musica.

• Ci fa ampliare il nostro repertorio, il nostro vocabolario, il nostro orizzonte, il nostro punto di vista, il nostro approccio, il nostro modo di fare musica.

• Ci fa sviluppare la nostra creatività, la nostra originalità, la nostra personalità, la nostra identità, la nostra voce, il nostro messaggio.

• Ci fa arricchire la nostra cultura, la nostra sensibilità, la nostra curiosità, la nostra apertura, la nostra comunicazione, la nostra condivisione.

Per studiare la musica, possiamo usare diversi strumenti, come:

• Libri, manuali, metodi, spartiti, articoli che ci forniscono informazioni, spiegazioni, esempi, esercizi, suggerimenti, consigli, testimonianze, approfondimenti, su vari aspetti della musica.

• CD, vinili, cassette, mp3, video, podcast, radio, streaming, che ci permettono di ascoltare, vedere, scoprire, apprezzare, confrontare, valutare, criticare, commentare, vari tipi di musica, di artisti, di opere, di registrazioni, di esibizioni.

• Insegnanti, maestri, tutor, coach, mentori, che ci guidano, ci correggono, ci stimolano, ci motivano, ci sfidano, ci ispirano, ci insegnano, ci trasmettono, la loro esperienza, la loro competenza, la loro passione, la loro saggezza, la loro arte. Attenzione: è fondamentale scegliere il giusto insegnante: non farsi ingannare dal “marketing” che oggi regna sovrano, ma valutare i contenuti. L’esperienza sia professionale di insegnante, ma anche quella di musicista dal vivo: una non può prescindere dall’altra. Se un insegnante non ha esperienza di concerti, dal vivo, a livello importante e reale (possibilmente con recensioni e riscontri da altri musicisti e un curriculum che lo abbia portato a suonare in maniera riconosciuta) difficilmente potrà davvero riuscire a farti crescere in maniera reale e concreta.

• Amici, colleghi, compagni, e altri studenti, che ci accompagnano, ci aiutano, ci sostengono, ci incoraggiano, ci criticano (in modo costruttivo), ci elogiano, ci ascoltano, ci rispettano, ci apprezzano, ci seguono, nel nostro percorso, nella nostra crescita, nella nostra musica. Un ottimo modo per creare una rete così è quella di partecipare a masterclass e seminari, come ad esempio il Beacharmonica.

Naturalmente, questi strumenti non sono alternativi, ma complementari, e ognuno può scegliere quelli che più gli si adattano in base alle proprie esigenze e alle proprie possibilità.

Conclusione

In conclusione, possiamo dire che per imparare a suonare l’armonica diatonica è importante imitare i grandi dell’armonica, per imparare stile e fraseggi a usare nell’evoluzione di strumentista, e studiare la musica, per svilupparsi come musicisti.

Se ci limitiamo alla mera imitazione – a lungo andare – risulteremo stantii, noiosi e faremo del male alla musica. Oltre a rischiare, da un punto di vista filosofico, se vogliamo, di sembrare dei “blackface” e non essere tanto diversi da chi si traveste da Freddie Mercury, sentendosi un grande perché imita, malamente, uno dei migliori cantanti Rock di tutti i tempi. Va bene farsi ispirare, va bene “copiare” ciò che c’è di buono, ma bisogna anche comprendere che quello è “fare i compiti a casa”, mentre è nostro compito, di tutti noi, evolvere verso una propria personalità all’interno della quale coesistano numerose influenze e uno studio efficace per poter essere più onesti e musicali possibile.

Questi due aspetti non sono in contraddizione, ma in armonia, e si integrano a vicenda, in un processo di apprendimento continuo e dinamico, che ci porta a scoprire sempre nuove sfumature, nuove sfide, nuove soddisfazioni, nella nostra musica e nella nostra vita.