L’armonica cromatica permette – come abbiamo visto nel primo articolo – di suonare la melodia senza soffrire di nessuna mancanza nelle note e di suonare, quindi, in tutte le tonalità.
La prima registrazione di armonica cromatica nel mondo vicino al Blues è stata “Hayseed Rag”. Il brano venne registrato nell’Agosto del 1924 dal The Dizzy Trio, con Borrah Minevitch all’armonica.
Minevitch suona una cromatica a 10 fori in standard tuning: era infatti accordata con lo stesso layout di note di una diatonica. Questo gli permetteva di suonare degli accordi sull’accompagnamento e grazie all’assenza delle valvole, come spesso succedeva nelle armoniche cromatiche dell’epoca, Minevitch riusciva a suonare dei bending come su una diatonica!
Apriamo una parentesi veloce sulle valvole dell’armonica: la cromatica (e recentemente anche alcuni modelli di diatoniche) monta delle strisce di un materiale plastico che coprono alcune ance. Queste strisce sono chiamate “valvole” (o windsavers in inglese). In origine erano fabbricate con della pelle e con gli anni sono state sostituite da questo materiale sintetico. Spesso le troviamo composte da due strati, di cui uno trasparente
Le valvole combattono i passaggi d’aria accidentali che possono formarsi tra le ance della cromatica e la loro sede sul reedplate. Se a questo aggiungiamo il fatto che altre perdite d’aria possono trovarsi tra l’imboccatura e lo slide della cromatica, ecco che capiamo come questo possa diventare uno strumento che sfiata in maniera particolare.
La presenza di queste valvole rende lo strumento più efficiente. Soffiando la valvola chiude l’ancia aspirata e quando aspiriamo chiude l’ancia soffiata, prevenendo così le perdite d’aria. Inoltre migliorano il timbro e il suono dello strumento rendendolo molto più ermetico e reattivo.
L’idea fu ispirata dalle fisarmoniche e introdotta sulle armoniche. Oggi, dopo varie modifiche, troviamo tutte le ance valvolate, tranne quelle più alte.
Tornando ad “Hayseed Rag”, o meglio, a trent’anni dopo “Hayseed Rag”, troviamo la prima incisione di cromatica viene nel Blues. Non ci dovrebbe sorprendere che il primo a registrare la cromatica nel Blues sia stato Little Walter
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Nel Luglio del 1953, il nostro Little Walter Jacobs, registra “That’s It”, il suo debutto alla cromatica nel Blues.
Sfortunatamente non fu il miglior lavoro che fece. Come sentiamo passa dalla diatonica alla cromatica, ma non sembra ricordarsi in che tonalità stia suonando. Dal minuto 1:48, quando passa alla cromatica, pare essere abbastanza incerto su dove muoversi e stecca diverse volte. Il brano è in DO e Walter usa una diatonica in Bb (in terza posizione) e passa su una cromatica in DO (una Hohner 64 Chromonica, probabilmente) e, nonostante debba suonare in prima posizione, sembra concentrarsi principalmente sulle note aspirate con il tasto premuto, suonando quindi un tentativo di sesta posizione.
Il brano non fu pubblicato, all’epoca (per ovvie ragione), ma venne incluso nella raccolta “Blues With A Feeling: Chess Collectibles Vol. 3” (MCA Chess CHD2-9357).
Più tardi, nella stessa sessione di registrazione, dimostrò molta più competenza nel brano “Fast Large One”, dove suona nella più comoda terza posizione: l’armonica cromatica in C suonata sul brano in D. Anche questo brano non fu pubblicato all’epoca, ma lo troviamo nella raccolta: “The Essential Little Walter” (MCA Chess CHD2-9342).
Queste registrazioni diedero il via ad un nuovo e magico modo di suonare Blues, quello sull’armonica cromatica che iniziò in maniera piuttosto elementare e intuitiva e che, con George Harmonica Smith (e la sua “Blues In The Dark” in primis che trovate nel primo articolo, insieme ad altri ascolti, o direttamente qui) iniziò a diventare sempre più sofisticata ed interessante, sfruttando anche il ruolo delle posizioni.
Sul prossimo articolo capiremo come applicare la logica delle posizioni tipica della diatonica anche sulla cromatica. Questo ci aiuterà nell’analisi dei brani che sarà pubblicata successivamente.
Alla prossima.