“Some people say there’s some kind of changes of the blues, some people say it must be like Muddy Waters or John Lee Hooker to be the blues, some people say you have to have some kind of instrumentation for the blues and it’s all bullshit, man, complete bullshit!”
“Alcuni dicono che ci devono essere certi cambi nel blues, alcuni dicono che deve essere come Muddy Waters o John Lee Hooker per essere blues, alcuni dicono che devi avere un certo tipo di strumentazione per il blues e sono tutte stronzate!”
PAUL BUTTERFIELD “A MAN AND HIS BLUES” – 1969
Oltre a innovare l’armonica, rendendola più energica e musicale mantenendo un sound bluesy, Paul Butterfield rappresenta l’unione tra il blues della Chicago afroamericana e quello bianco. Egli incarna l’evoluzione del blues e il punto di partenza per ogni armonicista moderno.
Con una carriera musicale che spazia dalla collaborazione, da giovanissimo, con Muddy Waters nell’ispirato album “Fathers & Sons” fino all’ingresso postumo nella “Rock and Roll Hall of Fame“, Paul Butterfield merita molto più di una sola pagina per essere adeguatamente celebrato. Sull’armonica, spazia dai classici come “Blues With A Feeling” dove l’armonica è protagonista, a assoli mozzafiato come il fantastico solo su “Too Many Drivers” (rispettivamente con la “Paul Butterfield Blues Band” e i “The Better Days”). Il suo approccio innovativo e meno legato al blues tradizionale ha ispirato molti musicisti a esplorare oltre lo stile puro, favorendo contaminazioni diverse pur rimanendo nel mondo del blues.
Lo Stile
Dotato di un suono personalissimo, molto più aggressivo e squillante, oltre che distorto, rispetto a quelli sentiti fino al suo tempo, Paul Butterfield riusciva a suonare in maniera musicale sulle prime due ottave dell’armonica. Il suo stile, molto sassofonistico nelle frasi, spesso elaborate e ritmicamente interessanti, è sempre carico di feeling e tensione, sia negli accompagnamenti che negli assoli.
Paul Butterfield è e rimarrà un innovatore dello strumento: partendo dal blues di Chicago rivisitato in chiave meticcia (la Paul Butterfield Blues Band includeva una sezione ritmica rubata ad Howlin’ Wolf: Jerome Arnold al basso e Sam Lay alla batteria; all’organo Mark Naftalin, bianco come Butterfield, e il chitarrista Mike Bloomfield. Un vero e proprio dream-team) fino a rinnovarsi sulla scena artistica di New York con i Better Days. Le sue collaborazioni con giganti del blues di Chicago come Muddy Waters (sia in “Fathers & Sons” che nel “Woodstock Album” con, tra gli altri, Levon Helm alla batteria) sono cariche di tensione e personalità, e dimostrano la sua intelligenza musicale.
Ascolti Suggeriti
Born In Chicago – forse IL brano di Paul Butterfield e, tra l’altro, unica versione del brano che abbia quel groove.
Work Song – Paul Butterfield, nell?album interessante che è “East West”, alle prese con uno standard Jazz.
Walking Thru The Park – Una versione inimitabile del classico di Muddy Waters in “Fathers & Sons”, interessante come Paul Butterfield accompagni.
One More Heartache – arrangiamento del brano di Marvin Gaye, dove Butterfield dimostra che in acustico la sua musicalità non cambia
Mary Mary – primo release registrato di quello che è poi il classico dei The Monkees
Link Utili
Butterfield con Dr. John, Levon Helm e David Sanborn “Slow Down”