Parlare di “fraseggi” con Sonny Boy Williamson II significa entrare in un mondo dove tecnica, pathos, stile, intelligenza, sfumature e note si confondono in un’area fumosa.
Prima di tutto, bisogna rendersi conto che Sonny Boy Williamson non aveva paura né di suonare (e quindi far sentire) le pause, né di “galleggiare sul tempo” (quindi a volte era ritmicamente ineccepibile, a volte adorava suonare avanti o indietro sul tempo o entrambi durante lo stesso brano) e non aveva nessun timore ad inserire sfumature, dettagli che non sono trascrivibili.
Per capire davvero il musicista, l’armonicista Sonny Boy Williamson II, dunque, è fondamentale l’ascolto e l’amore verso la sua musica e il suo stile. In questo modo possiamo davvero digerire e apprezzare quei dettagli che rendono le sue frasi uniche ed efficaci.
Noteremo come le note, in realtà, siano “semplicemente” presenti sull’armonica e possano essere trascritte e suonate, singolarmente, da “chiunque” a patto di avere le tecniche in tasca. Il problema inizia quando a queste note vogliamo dare la stessa espressività che Sonny Boy Williamson II: l’armonicista sapeva usare l’aria in maniera ineccepibile e, come dico e insito a dire in ogni mia lezione, l’aria e la sua gestione sono le fondamenta per un buon armonicista e studiare Williamson ci aiuta in questo controllo, anche se sbatteremo in modo “brutale” contro questo gigante muro di tecnica che il nostro dimostra, senza mostrare. La differenza è lì.
Inoltre per usare questi fraseggi in maniera appropriata ed efficace dobbiamo necessariamente conoscere come si sviluppa quello che viene definito un “giro Blues”.
Il Giro Blues: 8 – 12 – 16 – 24
Il Blues può essere musicalmente sintetizzato pensando che vengano utilizzati tre accordi per riempire un certo numero di misure (o battute). Questo è per rendere il concetto piè semplice possibile e dare un minimo di orientamento a chi si avvicina a queste nozioni per la prima volta. In realtà la questione sarebbe molto piè complessa, ma l’approfondimento richiederebbe altri spazi.
I tre accordi usati in un giro Blues sono, normalmente, quelli che si costruiscono sul primo, quarto e quinto grado della scala della tonalità sulla quale stiamo suonando. Se suoniamo su un Blues in DO troviamo – oltre all’accordo di DO – gli accordi di FA e SOL: I.DO II.Re III.Mi IV.FA V.SOL VI.La VII.Si.
Questo principio vale per qualsiasi tonalità e ritroviamo questi accordi sui diversi giri Blues che possiamo studiare.
Esistono diversi tipi di giri Blues, ecco i numeri del titolo. Ognuno di essi rappresenta il numero di misure (battute) che compongono un giro Blues.
Sonny Boy Williamson II suonava nella stragrande maggioranza dei casi su brani Blues con un giro di 12 misure.
Vediamo un attimo come si sviluppa un giro Blues in 12 misure, con lo schema qui sotto, e il normale posizionamento degli accordi su di esso.
Notiamo come nelle ultime due misure sia inclusa una dicitura particolare: “turn around”. Il turn around è una frase caratteristica che, suonata alla fine di ogni giro Blues, ci fa sentire di dover “ricominciare”. Una sorta di chiusura che indica che il giro riparte. Il turn around è tipico del Blues e può essere pensato come una cellula del giro che riporta la band all’inizio del giro.
Turn Around (misure 11 e 12)
Sonny Boy Williamson II suonava sempre i turn around, inserendo dei fraseggi molto precisi e che spesso ritroviamo su diversi brani. Ruotano tutti attorno al 2 aspirato, suonato singolarmente e terzinato, con passaggi sul bending di un tono e sul primo aspirato (spesso) o sul terzo aspirato piegato di mezzo tono (meno frequentemente, ma usato). I finali praticamente sono tutti sul turn around e anche per i finali fraseggi usati sono spesso gli stessi o molto simili tra di loro.
Transizione V grado – IV grado (misure 9 e 10)
Su questi due accordi troviamo, fondamentalmente, due tipi di approccio. Il primo, piè semplice, consiste nel suonare la tonica dell’accordo come unica nota della misura (1/4 aspirato sul V grado, 1/4 soffiato sul IV grado) o inserire “micro-frasi” che ruotano attorno a questa; il secondo, invece, inserisce veri e propri fraseggi atti a far crescere la tensione che di solito si sviluppano sulle due misure e si allacciano al turn around finale.
Fraseggi IV grado e I grado (misure dalla 5 alla 8)
Sonny Boy ha un modo molto personale di affrontare la particella del IV grado: continua ad usare l’ostinato sul quale costruisce il solo sul I grado (a volte con la stessa armonizzazione, rispetto all’accordo), oppure fa crescere la tensione con fraseggi dedicati che possono essere triangolazioni di note, in sincopato. A volte, invece, utilizza vere e proprie frasi piè o meno complesse, se non note uniche della durata di tutta la misura. Tendenzialmente, poi, risolve sul I grado disinnescando il risultato prodotto suonando su questo accordo: se ha creato apertura e rilassamento, risponde aumentando la tensione e intensificando la ritmica, se arriva da frasi complesse e o che creano tensione allora la disinnesca con note lunghe o lasciando spazi (pause) tra le note, poche, che utilizza nelle due misure successive.
Fraseggi I grado (misure dalla 1 alla 4)
In queste prime misure avviene una cosa molto importante: setta l’umore dell’assolo di armonica in funzione del brano. Spesso utilizza fraseggi a coppie particelle: lavora di due misure in due misure anche su questo blocco. Da questo punto attinge molto spesso le frasi che utilizza dopo il cambio in IV grado (misure 5 e 6). Può costruire una tensione che cresce costantemente fino al cambio di grado (non necessariamente data dalla quantità di note, ma dal tipo di frase che usa) oppure aprire immediatamente creando il massimo della tensione che verrà rilasciato al cambio di accordo.
Particolarità e Personalità:
Quello che rende Sonny Boy Williamson II uno studio difficile, quindi, non è la costruzione degli assoli e l’uso dei fraseggi che, come abbiamo già intuito da quanto scritto qui sopra, seguono una logica piuttosto schematica e lineare.
La difficoltà sta nel dettaglio: il modo in cui Sonny Boy legava le particelle è semplicemente magistrale per la sua sfumatura e stile. Fosse un attacco di una nota che la rende “sporca” o per il modo di accentare alcuni suoni (e di produrre cambiamenti di timbro dell’armonica all’interno dello stesso solo o, addirittura, della stessa frase) e passare da staccato a legato richiedono anni di dedizione per essere sonoramente plausibili e usabili davvero. Non c’è scampo, ma solo tanto ascolto e tentativi: quelle sono cose impossibili da trascrive e ognuno di noi trova una maniera personale per raggiungere lo stesso risultato.
Basti pensare che quell’accordo aspirato all’interno di “Help Me” (che vedremo) può essere fatto in almeno due modi diversi e risultare plausibile, ma sicuramente Sonny Boy Williamson II aveva un suo modo di eseguirlo.
Così come tecniche come trilli, vibrato, wah-wah e uso del cupping oltre che del tongue-blocking e del cambiamento della cavità dell’imboccatura facevano parte del suo bagaglio tecnico e certamente dobbiamo averli davvero sotto controllo, insieme alla respirazione (fondamentale!), per poterci avvicinare al sound di Sonny Boy Williamson II.
Nell prossime puntante andremo ad analizzare l’uso di posizioni e dell’approccio come descritto in questo articolo su alcuni brani del repertorio del grande armonicista. Nel frattempo vi consiglio caldamente di fare una full-immersion nelle registrazioni che trovate su di lui, in modo da abituarci a quei suoni e a certi modi di suonare l’armonica diatonica…