Nonostante sia un approccio che a quelli dai 30-35 anni in già sembri obsoleto, passato e quasi preistorico, il suonare sui dischi risulta ancora oggi uno dei metodi migliori per imparare velocemente a suonare l’armonica (o qualsiasi altro strumento).

Prima di tutto capiamo perché sia importante, prima, il suonare sui dischi rispetto al brano singolo (bulimia) o al video-tutorial che di per sé fa poco (strumento, questo, che subentra eventualmente poi).

Per imparare una lingua (o un linguaggio) in modo convincente bisogna riuscire ad assimilarla quanto più vicino a come facevamo da bambini: ascoltavamo i suoni, poi usavamo le prime parole, in seguito frasi via via più ricche di parole e complesse nel pensiero.

La stessa cosa avviene con la musica. Per imparare a suonare in un certo modo devo ascoltare e tentare di avvicinarmi a quelli che suonano in quel certo modo. Il certo modo è il linguaggio musicale, la lingua che voglio imparare. Per impararla davvero devo ascoltare un discorso completo – che avviene nel disco nella sua interezza – non una serie frammentata di frasi (che avviene quando ascoltiamo, ad esempio, delle playlist di YouTube).

Ascoltare tutto il discorso ci aiuta, quindi, a comprendere meglio frasi e uso dello strumento, iniziando a darci idee precise di come iniziare a suonare qualcosa. Un punto di partenza rappresentato dall’ascolto dei dischi, prima, come si diceva nell’articolo sulla routine con l’armonica, e dall’imitazione per iniziare a suonare.

Quando suoniamo sui dischi ci rendiamo conto del senso del brano, della sua forma, delle dinamiche e possiamo trasferire questi concetti nel nostro modo di suonare.

È importante prende i migliori dischi e ascoltarli ripetutamente prima di suonarci sopra. Magari prendi appunti della struttura e se ci sono riff obbligati. Il tempo che passi ad analizzare il brano prima, ti fa risparmiare dello studio a caso che non ti dà risultati poi.

Quando poi arriviamo a suonare il brano, o una parte di esso, fermiamoci se una sezione non funziona come si deve. Risuoniamola finché ci viene fluida. Diamoci il tempo per ripassare e risuonare il brano finché non è stato assimilato.


Rallentare Il Brano

Come già scritto nell’articolo sulla routine della pratica, rallentare il brano per capirlo e suonare dà al nostro corpo e alla nostra mente il tempo di processare le informazioni e ci permette di comprendere la musica in maniera più completa.

In certi casi, rallentare il brano serve anche per sentire delle sfumature che altrimenti sono “sepolte” nel sound e nella velocità.

Un brano su tutti è “Juke” di Little Walter.

Se lo ascoltiamo a velocità normale rischiamo di confondere o non percepire una nota che, in realtà, è dove risiede la magia del suo storico tema:

Ascoltando il brano a questa velocità, questa è la cosa che suoneremmo in maniera istintiva e musicalmente anche corretta, in realtà:

Quello che non notiamo (o fatichiamo a notare) è il passaggio sul 3 aspirato con il bending di un tono che rende il tema di “Juke” una scala pentatonica maggiore vera e propria. E rende magico e immortale questo strumentale.


Memorizzazione

Le tablature e le partiture possono darvi una grossa mano per ricordare aspetti specifici di un brano, ma dobbiamo mantenere un bilanciamento tra le parti scritte e il suonare. Impara a leggere e memorizzare bene così da non dover aver bisogno dei fogli.

La musica memorizzata ci permette di suonare in modo emotivamente connesso con ciò che stiamo facendo. I grandi non usano praticamente mai le parti scritte, nemmeno su parti più ostiche, se non come supporto in caso di necessità.

All’inizio sembrerà impossibile memorizzare tutte queste informazioni, ma ogni viaggio inizia dal primo passo e, con pazienza e un po’ di impegno, verrà naturale con il tempo.

Iniziamo con una frase, un lick e dopo averlo letto, suonato e ripetuto un po’ di volte, proviamo a togliere i fogli da davanti e suonarlo affidandoci alla memoria, all’orecchio e – se serve – al ritentare.

Nel caso ci serva, rileggiamo e ripetiamo il punto precedente. Una volta memorizzato possiamo concentrarci a suonare più musicalmente.


Ripetizione

Repetitia Iuvant” dicevano gli Antichi Romani. Una cosa, ripetuta molte volte, viene memorizzata da chi l’ascolta e, nel nostro caso, da chi la suona.

Un bimbo vi chiederà di rileggergli lo stesso libro ancora e ancora, fino allo sfinimento. I neurologi hanno scoperto che questo comportamento ha un motivo: stanno costruendo delle connessioni cerebrali che li aiuterà a capire concetti e linguaggio.

La musica funziona allo stesso modo: ascoltare e suonare lo stesso materiale più e più volte per scolpire nella mente.

 


Apprendimento Esplicito e Implicito

Se vi trovate nella situazione di dover imparare qualcosa all’ultimo secondo, sentite che dovete “lavorare” su ciò che avete appena appreso per suonarlo “al volo”. Questo perché è mancato il tempo necessario per potersi dedicare allo studio di quel qualcosa.

La memorizzazione fatta è quella detta “esplicita“. Un tipo di apprendimento “superficiale” ed insufficiente per essere applicato al suonare con tutto quel che ne consegue.

Viceversa quando apprendiamo in modo “implicito“, stimolando quindi questo tipo di memorizzazione, possiamo suonare senza fatica, con pathos e naturalezza.

La famosa frase “sembra che gli venga in modo naturale” in realtà non vede i mesi, le ore, o gli anni dedicati a suonare lo strumento con tutto quello che ne comporta.

Magari con pochi tentativi siamo in grado di suonare approssimativamente quel passaggio, ma continuare a ripeterlo e suonare lo stesso materiale lo fa diventare parte di noi e ci permette di suonare con feeling.

Suonare uno strumento è un processo neuromuscolare. Testa e corpo lavorano insieme e in coordinazione quando suoniamo. Questa coordinazione richiede del tempo passato a studiare e a fare pratica La soddisfazione di suonare bene l’armonica, in questo caso, ripaga di ogni singolo sforzo.

Mentre non dobbiamo essere troppo severi con noi stessi, non va bene nemmeno essere indulgenti: essere convinti quando invece non suoniamo così bene. Piuttosto che affrontare materiale inedito, rimaniamo fermi ancora su quello che suoniamo per una o due settimane: oltre ad essere l’attitudine dei grandi professionisti, ci porta a comprendere meglio come e cosa suoniamo.

 


Nella pratica:

– Trova un disco che ti piace, ascoltalo tutto per intero e scegli un brano
– Procurati le tablature del brano
– Applica i suggerimenti di questo articolo e quello sulla routine dell’armonica per studiare il brano
– Impara a memoria il brano

Buon divertimento.
Alla prossima….

PS: se vuoi una lista di album che mi piacciono tanto e mi hanno influenzato come armonicista, puoi dare un’occhiata a questo album…