Un suono riconoscibilissimo, maestria indiscussa sia sulla diatonica che sulla cromatica, William Clarke è decisamente un armonicista che ha lasciato un segno indelebile sull’armonica West-Coast. “Must Be Jelly” è un classico indiscusso e vincitore di un W.C. Handy Award, “Blowin’ The Family Jewels” rappresenta una pietra miliare della terza posizione e la quantità di materiale originale che Clarke ci ha lasciato lo rendono un ascolto fondamentale per chi ricerca una personale evoluzione dallo stile dei maestri come Little Walter, Big Walter e George “Harmonica” Smith.
Si avvicina al Blues negli anni 60, curiosamente ascoltando le cover riproposte da gruppi come i Rolling Stones e nel 1967 inizia a suonare l’armonica. Influenzato fortemente dal Chicago Blues, frequenta i club del ghetto di Chicago e viene influenzato dagli incontri con musicisti come T-Bone Walker, Pee Wee Crayton, Shakey Jake Harris, Big Joe Turner, Ironing Board Sam, J.D. Nicholson e George “Harmonica” Smith che lo prese sotto la sua ala protettrice e lo influenzò sull’uso della cromatica.
Clarke registrò diversi album: Hittin’ Heavy (Good Time, 1978), Blues from Los Angeles (1980), Can’t You Hear Me Calling (Watch Dog, 1983), Tip of the Top (Satch, 1987 — nominato per un Handy award) e Rockin’ the Boat (Riviera, 1988). Nel 1991 vince un Handy award per la canzone dell’anno, “Must Be Jelly,” e riceve W.C. Handy Award nomination
.
Blowin’ Like Hell e Serious Intentions, registrati per la Alligator, sono d’obbligo per chiunque sia serio riguardo all’armonica. Clarke, inoltre, scriveva quasi tutto il materiale che suonava.
“For my style, I incorporated the hardcore attitude and tone of the classic Chicago harmonica players along with the swinging and highly rhythmic grooves of the organ trios and to this I add my style and ideas.“
William Clarke
“Per il mio stilo ho incorporato l’attitudine e la durezza dei classici armonicisti del Chicago Blues, lo swing e i groove ritmici degli organ-trio e a questo il mio stile e le mie idee.”
William Clare
Lo stile:
Debitore, come ammette, di George “Harmonica” Smith, William Clarke ha un sound feroce, pieno e un fraseggio elaborato e swingante. Instancabile come performer e armonicista carico di pathos, usa spesso trilli, vibrati e glissati per riempire le già elaborate frasi che caratterizzano il suo modo di suonare.
Le sue principali influenze sono Big Walter Horton, James Cotton, Junior Wells e Sonny Boy Williamson II, per gli armonicisti. A metà del ’68 Clarke ha iniziato ad ascoltare gli organisti jazz come Jack McDuff, Jimmy McGriff, Shirley Scott e Richard “Groove” Holmes oltre ai sassofonisti jazz Eddie Lockjaw Davis, Gene Ammons, Lyne Hope, e Willis Jackson.
Queste influenze e questo modo di suonare lo portano sicuramente ad un risuonare tradizionale nello stile, ma innovativo nelle idee e William Clarke rappresenta, ancora oggi, uno dei massimi esponenti dell’armonica Chicago, nello Swing e del Jump-Blues.
Ascolti suggeriti:
Pawnshop Bound – potente ed “urbano”, un brano originale di Clarke che rivela immediatamente la classe
Drinkin Beer – Clarke in ottima forma, dove suona delle frasi da rimanere senza fiato
Daddy Pinocchio – altro originale di Clarke che rivela le sue doti di cantante
The Work Song – un take personale e di classe su questo standard jazz alla cromatica
Live set in band – utilissimo per capire come suonava dal vivo questo armonicista
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