Charlie Musselwhite è una delle leggende sacre del Blues e dell’armonica. Ha imparato direttamente dai grandi maestri come Big Walter, o Will Shade, incontrando anche il grande Little Walter, il mitico Sonny Boy Williamson II e vivendo con Big Joe Williams a Chicago, quando da Kosciusco (Mississippi, USA) – dove nasce il 31 gennaio 1944 – prima e da Memphis, poi, si trasferisce seguendo la Highway 51. Come i leggendari Bluesman, come i grandi che ne hanno fatto la storia. Come un grande che come testimone di nozze aveva John Lee Hooker. Portando con sé il fascino musicale e della leggenda che – oggi – di fatto è “Memphis” Charlie Musselwhite.
Debutta con “Stand Back! Here Comes Charlie Musselwhite Southside Band” che diventa uno dei dischi di Blues più importanti dei tutti i tempi. E lo pubblica a soli 23 anni. Dopo aver imparato dai grandi dell’armonica, Musselwhite diventa una delle icone del primo movimento di blues bianco degli anni 60 insieme ai compianti Butterfield e Michael Bloomfield.
Charlie Musselwhite si contraddistingue fin da subito da un approccio all’armonica e alla musica molto aperto nelle influenze. Questo lo ha portato nel corso del tempo ad incidere brani non propriamente Blues, ma sui quali si contraddistingue la sua firma, come “Feel It In Your Heart“, come il lavoro con Eliades Ochoa e il Quarteto Patria dal quale spicca, tra altri take ben riusciti, “Chan Chan” o il brano jazz “Christo Redemptor” – azzeccatissima scelta che è diventato suo brano firma.
Questo suo modo di suonare unico, personale, carico di pathos Blues ma capace di uscire dai canoni del mero tributo ai grandi ha permesso a Musselwhite di prestare la sua armonica ad artisti come Ben Harper – con il quale ha vinto un Grammy Award con “Get Up”, Tom Waits, Cindy Lauper, INXS, John Lee Hooker, John Hammond, in pratica chiunque.
Una curiosità che in pochi, forse, sanno è che Charlie Musselwhite è stato la figura che ha ispirato il personaggio di Elwood Blues, interpretato da Dan Aykroyd, nel film The Blues Brothers.
“Alcuni musicisti hanno una serie di lick memorizzati. Pensano a cosa suoneranno, ma io penso a cosa non suonare. Tono e fraseggio, questo ? ci? che conta. Fare di meno vale di più. Il feeling, questo è importante.”
– Charlie Musselwhite
Lo stile:
Influenzato da Big Walter, dal primo Sonny Boy Williamson e Will Shade, Charlie Musselwhite ha sviluppato uno stile davvero unico. Un suono morbido, rotondo, presente che riesce ad essere feroce e graffiante, quanto dolce e malinconico senza deludere mai.
Il fraseggio di Musselwhite è quasi, a volte, psichedelico con dei bending potentissimi e frasi davvero articolati, ma sempre melodiche. I fraseggi e gli assoli che suona Charlie sono tutti facilmente cantabili e intuitivi: le sfumature che ci sono quando suona, invece, sono talmente subdole da necessitare particolare attenzione.
Musselwhite suona quasi per sottrazione: non si risparmia le frasi lunghe, articolate, o parti obbligate precise, ma sono tutte composte da ritmica e timbro molto personali e non esagera mai. Anche nelle performance più scalpitanti non esagera mai nell’esecuzione e suona sempre al servizio della musica.
Ascolti suggeriti:
Help Me – un Musselwhite poco più che ventenne alle prese con il mitico “Rice” Miller
No – Charlie alla cromatica su un Blues inusuale
The Big Boat – una cover del primo Sonny Boy
Church Is Out – insieme a Kid Andersen in un album (Delta Hardware) Blues, tanto “old” quanto contemporaneo
Charlie Musselwhite & Big Walter – dal vivo al Chicago Fest (1981)
Link utili:
10 Domande a Charlie Musselwhite