Sonny Boy Williamson – Parte 1

L’armonica del grande Sonny Boy Williamson II mi ha sempre affascinato. Probabilmente perché, da giovane affamato di sapere armonicistico, chiesi ad uno dei miei eroi italiani dell’armonica cosa ascoltare (lui è Willy Mazzer, uno dei primi italiani a suonare l’armonica Blues in Italia, e uno di quelli che ha sviluppato un suo stile a mio avviso eccezionale. Uno di quelli di cui si parla e che si ascolta troppo poco, per capirci).

Questi – probabilmente ormai stressato dalle mie incursioni – riassunse così un discorso lunghissimo: “Sonny Boy, Junior Wells e Paul Butterfield nella scena di Chicago…gli altri sono importanti, ma questi tre sono caratteristici a loro modo“.

Cercai quel che potevo e trovai tre album, uno per armonicista: “Drinkin’ TNT & Smokin Dynamite” di Junior Wells e Buddy Guy, “The Paul Butterfield Blues Band” e “The Essential Sonny Boy Williamson” della Original Chess Records per Sonny Boy Williamson II – un doppio CD che conteneva le migliori versioni dei suoi piè grandi successi.

 

the essential sonny boy cover

 

 

Quella fu la mia prima e più grande influenza da parte del grande Alec “Rice” Miller. Calcolando la sua importanza nel mondo dell’armonica Blues e la mia affezione sia al suo stile armonicistico, che all’importanza storica sia alla leggenda attorno al personaggio, ho pensato sarebbe stato carino e interessante approfondire un po’ lo studio su questo armonicista, visto il ritornato interesse verso i grandi del passato.

Questo speciale si baserà sulle registrazioni presenti nella citata “collection” e verrà diviso in otto parti, inclusa la presente introduzione.

Inizieremo con una serie di tecniche fondamentali che rendono lo stile di Sonny Boy Williamson II quello stile. Passeremo poi all’analisi di alcuni fraseggi caratteristici e il loro posizionamento all’interno di un giro Blues. Successivamente studieremo alcuni brani “da sapere” come armonicisti, se si parla di Sonny Boy Williamson II (due per articolo). Infine capiremo l’uso dell’armonica come risposta alle linee cantante, tipiche del modo di suonare di Miller. Nell’ultima parte ci sarà una selezione di alcuni album dalla discografia di Sonny Boy Williamson II che cercano di coprire la carriera e gli ascolti fondamentali per approfondire e capire meglio questo meraviglioso armonicista.

 

 

Sonny Boy Williamson in otto parti:

– Introduzione
– Parte 2: Fraseggi caratteristici e uso nel giro Blues
– Studio Brani. Parte 3: attorno al minore (“Help Me” & “I Don’t Know“)
– Studio Brani. Parte 4: similarità (“Nine Below Zero” & “All My Love In Vain“)
– Studio Brani. Parte 5: la Marine Band 364 (“Unseen Eye” & “Bye Bye Bird”)
– Studio Brani. Parte 6: prima posizione (“Trust My Baby” & “You’re Killing Me (On My Feet)“)
– Parte 7: Le risposte alla voce (un brano intero come esempio: “Bring It On Home”)
– Parte 8: Gli album e la lista di tutti i brani “da sapere”

 

 

 

Le Tecniche: molto più di ciò che sembra.

Quando si parla dei grandi del passato si pensa più che altro al “feeling” che questi avevano, a scapito dell’analisi tecnica che questi grandi avevano. Se pensiamo a Sonny Terry, per un momento, e provassimo ad approcciarlo, capiremmo immediatamente come il controllo della respirazione giochi un ruolo fondamentale nel poter suonare con quello stile. E questa è padronanza tecnica.

Con il nostro Sonny Boy Williamson la storia è la stessa: ci sono delle tecniche in gioco che sono controllate con maestria sopraffina per poter ottenere ciò che sentiamo registrato. Tutto è ottenibile, bisogna passare del tempo a provare e a volersi migliorare e non c’è nulla di male in questo.

Vediamo cosa dobbiamo governare al massimo e su cosa possiamo migliorare studiando Sonny Boy Williamson II.

Respirazione: il suono di Sonny Boy e il controllo di tutte le tecniche che vedremo di seguire è dato da un controllo dell’aria pressoché è perfetto. Il suono così rotondo e “grasso” non è ottenuto soffiando o aspirando con forza, ma con la perfetta pressione data dalla respirazione diaframmatica e la rilassatezza generale. Se lo guardate suonare dal vivo (basta cercare “Sonny Boy Williamson II live su Youtube) vedrete di cosa parlo: l’uomo non si sforza, semplicemente “respira” attraverso l’armonica. In questo modo ha il perfetto controllo di tutto il resto.

Bending: non facciamoci trarre in inganno. Ogni singolo suono che esce dall’armonica di Sonny Boy è volutamente a quell’altezza, non è intonato per caso, anche i bending calanti. Il Blues è musica “microtonale” e non esistono solo diesis, bemolli e note naturali. Sonny Boy è carico di tutte queste sfumature tonali e non teme affatto il loro uso, anzi le inserisce con una sapienza e una ruvidezza che sono poesia unica. Il discorso si applica sia ai bending aspirati che ai bending soffiati.

Vibrato: il vibrato di Sonny Boy è qualcosa di unico. Drammatico, malinconico e arrogante allo stesso tempo, viene utilizzato senza avarizia in giro per l’armonica. Questo significa una padronanza tecnica e una sensibilità nell’uso della forza su ogni ottava dell’armonica. Il vibrato è sempre usato a tempo con il brano e rivela un’ottima padronanza ritmica del vibrato. La differenza tra un vibrato da “principiante” e da “maestro” sta in questo: il timing. E il sound, pieno.

Cambio di imboccatura: qui si apre un mondo. Anzi tre. Sonny Boy intervalla puckering (foro singolo) a tongue-blocking, a fori sporchi (air-leaking) dove mira un foro “principale” e apre leggermente l’imboccatura in modo da far risuonare anche l’ancia del foro vicino (a sinistra, a destra, o entrambi) e poi suona ad accordi con effetti sonori caratterizzanti come su “Help Me”. Questo è tipico del modo di suonare di Sonny Boy Williamson. Possiamo suonare le stesse note ed avvicinarci a ciò che “voleva dire lui”, ma senza quel tipico sound dato dai colori inseriti dal nostro eroe, i fraseggi non suoneranno così accattivanti.

Altro punto è il cambio di forma del cavo orale: Sonny Boy infatti passa da note profonde e rotonde (date da un’apertura rilassata della bocca) a suoni più taglienti (dati da un’impostazione più chiusa della bocca), ma mai fastidiosi.

Cupping: un altro mondo è quello del cupping. Sonny Boy suonava in “acustico” e aveva delle mani giganti. Questo influenzava, ovviamente il suo sound. Nel caso di noi comuni mortali è il caso di saper usare bene il cupping e saper come modificarne la forma per ottenere il sound più preciso possibile all’intenzione originale.

Inoltre c’è un ottimo e magistrale uso del wah-wah. Timing e agilità (quindi controllo) dell’uso di questa tecnica sono fondamentali per l’espressività dello stile di Sonny Boy Williamson II.

Timing: con “timing” intendiamo il senso del ritmo. Specialmente quando Sonny Boy Williamson suona da solo, capiamo come abbiamo un senso del ritmo che sembra quasi casuale, ma in realtà è precisissimo. Suona fraseggi che sembrano buttati a caso, ma finisce sempre dentro il giro e chiude sempre perfettamente ogni intervento. Questo significa conoscere perfettamente il giro Blues sul quale si muove e il groove (ritmo) del brano. Questo non è semplice “talento” e “alcool”, questo è conoscere ritmo e musica a sapersi muovere su di esso.

Certo, lui è Sonny Boy Williamson, ma non c’è nulla che un metronomo (eventualmente) e un po’ di impegno non possano risolvere e questo significa diventare anche musicisti migliori.

 

In questo video proveremo ad approcciarci a Sonny Boy Williamson II con qualche esercizio mirato e dedicato…Buon divertimento.

 

 

 

 

Ci vediamo al prossimo articolo su Sonny Boy!

 

 

 

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