La malattia da reflusso gastroesofageo è vecchia almeno quanto l’homo erectus: pare infatti che tale patologia sia emersa proprio nel passaggio dalla deambulazione quadrumane a quella bipede. Dal punto di vista evolutivo filogenetico sembra essere correlato allo spostamento indietro della laringe e dalla relativa espansione dell’orofaringe. Tuttavia,risulta ancora più difficile capire quanto possa essere causato o influenzato da condotte alimentari errate, da uno stile di vita “moderno”.

La malattia da reflusso è una patologia notevolmente diffusa specie nell’Occidente, con una variabile tra il 10-20% della popolazione; in Asia oscilla tra il 2,6 e il 6,7%. Il suo trattamento farmacologico assorbe un’importante quota delle risorse destinate alla sanità (oscilla in Italia ormai stabilmente attorno ai 700 milioni di euro).

Negli ultimi anni, grazie soprattutto al miglioramento della tecnologia impiegabile per la diagnosi, avviene la scoperta che il reflusso di succhi gastrici è in grado di dare sintomi fino a vere e proprie lesioni non solo a livello dell’esofago (reflusso gastroesofageo propriamente detto “sinonimo di esofagite da reflusso”), ma anche a livello rinofaringolaringeo e tubarico. Questo avviene a causa della relativa maggior resistenza della mucosa esofagea rispetto a quella faringea all’esposizione del reflussato gastrico. Parliamo in questo caso più propriamente di reflusso gastro-faringeo o gastro-faringo-laringeo.

L’attuale disponibilità di strumenti in grado di misurare il livello di acidità sia in esofago che in ipofaringe (pH-metria multicanale), ha permesso di studiare a fondo le caratteristiche che distinguono il reflusso a livello faringo-laringeo, (con i sintomi che ne derivano), dal più noto reflusso limitato all’esofago e di poter attuare terapie sempre più personalizzate alla specifica situazione.

 

 

Le cause del reflusso

 

In pratica dietro a questo problema si cela la disfunzione, transitoria o permanente, dei meccanismi di protezione meccanica rappresentati dagli sfinteri esofagei superiore ed inferiore. Questo permette il passaggio di acidi nell’esofago e fino alla faringe, quando lo sfintere superiore non funzioni perfettamente, o addirittura al rinofaringe o ai polmoni. Circa il 60% dei pazienti con reflusso gastroesofageo hanno sintomi correlabili ad aspirazione di acido o bile nelle vie respiratorie fino anche alla formazione di lesioni granulomatose nei 2/3 posteriori del laringe talora non correttamente inquadrate come granuloma da intubazione. I sintomi faringolaringei sono da ricondursi ad episodi di reflusso in posizione eretta quando in virtù della forza di gravità l’esofago subisce solo il “transito” veloce della secrezione acida mentre le aree faringo-laringee vengono a contatto con il contenuto refluito dallo stomaco per un tempo più prolungato.

Irritazioni della faringe, (così come delle corde vocali, della trachea e dei bronchi), possono inoltre verificarsi anche per minime quantità di reflusso acido mentre lo sviluppo di una esofagite necessita di una esposizione più prolungata e frequente. Il reflusso laringofaringeo può causare una miriade di sintomi purtroppo nessuno di essi altamente specifico:

– disfonia (presente nel 71-92% dei casi) anche se intermittente;
– eccessiva necessità di schiarirsi la voce, (42-50%),
– tosse cronica (44-51%);
– sensazione di corpo estraneo in gola (33-47%)
– difficoltà a deglutire (27%)

 

Reflusso e l’uso del diaframma

 

Una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Roma e pubblicato su Gastroenterology ha indagato il rapporto tra essere cantanti lirici e soffrire di reflusso gastroesofageo. Lo studio è stato condotto su un campione di 351 cantanti lirici professionisti di tutta Italia. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli derivanti da un gruppo di controllo di 578 individui, residenti nelle stesse zone.

Le percentuali ottenute sono state rivelatrici di una relazione evidente fra la professione del cantante e l’insorgenza di bruciore di stomaco, tosse e raucedine. Si parla del 35% contro il 17% dei soggetti del gruppo di controllo. Il rigurgito, inoltre, era legato a quanto spesso si cantasse durante la settimana e da quanti anni si svolgesse la professione di cantante lirico.

Così come il cantante lirico, o il cantante in generale, anche l’armonicista utilizza la respirazione diaframmatica quando esercita e suona. Questo è il punto fondamentale dell’evidenziarsi di questo disagio.

La maggiore vulnerabilità verso la malattia da reflusso gastroesofageo può essere correlata all’azione del diaframma: il diaframma è il muscolo che separa la cavità addominale e quella toracica ed è fondamentale per la respirazione, ma allo stesso tempo, un’altra funzione del diaframma è quella di mantenere l’acido all’interno dello stomaco e non farlo fuoriuscire attraverso lo sfintere che si collega con l’esofago. La pressione a a cui sottoponiamo lo sfintere del diaframma può far risalire i succhi gastrici fino all’esofago.

L’eccesso di spinta verso il basso, usata regolarmente come “tecnica”, anche involontariamente, provoca uno stiramento forzato delle fibre muscolari e dell’esofago che è ancorato alla colonna vertebrale. Può accadere così che attraverso l’anello muscolare del diaframma lo stomaco si sposti “in avanti” favorendo appunto il reflusso.

 

Reflusso, errori e rimedi

 

Non essendo un portale di medicina, lungi da me il fornire alcun metodo per risolvere la problematica del reflusso gastrico: suggerisco sempre una visita di controllo presso uno specialista e di seguire i consigli di chi ha dedicato la vita allo studio specifico. Specialmente in ambiti come la medicina.

Tuttavia esistono alcuni accorgimenti che possono aiutare a limitare il problema e a farci, comunque, suonare l’armonica senza difficoltà e senza compromettere le possibilità di raggiungere risultati sperati.

Innanzitutto bisogna eliminare tutto ciò che crea acidità: caffè e alcolici in primis, ma anche menta e cioccolato. Questi sono i nemici numero uno della nostra tranquillità verso il reflusso gastrico e vanno eliminati appena possibile per sentire subito un effetto migliore della nostra condizione.

Un altro fattore fondamentale è quello di rilassare il diaframma anziché sottoporlo costantemente a dei continui sforzi e tecniche di respirazione abbozzate. Imparare a respirare correttamente muovendolo naturalmente è la base per la sua corretta funzionalità. Personalmente insisto tantissimo sulla corretta respirazione e sull’eseguire gli esercizi di respirazione nella maniera corretta. Senza tralasciare il controllo dei movimenti diaframmatici e dei conseguenti risultati sonori, abbiamo visto, come sia questione di buona salute. Gli esercizi sono pensati per far lavorare il diaframma nel migliore dei modi, sia quando si contrae che quando si rilassa. Imparare a respirare bene e correttamente, usando la respirazione diaframmatica, porta miglioramenti su diversissimi aspetti della vita, non solo quella di armonicisti.

Per cui, curando attentamente questo aspetti ed eseguendo gli esercizi che aiutano il diaframma a rilassarsi completamente, potremmo notare dei benefici anche sulle condizioni del reflusso. Non dimentichiamoci, inoltre, di suonare l’armonica lontano dai pasti!

Se pensi che la tua respirazione non sia corretta e ti accorgi di non usare il diaframma come dovresti, contattami.