In questa parte sulla Cromatica Nel Blues, scopriamo un brano di un artista di New Orleans: “Quagmire” di Johnny Sansone.

Contenuta nell’album “Watermelon Patch”, questa rumba-blues è suonata in RE minore ed è interessante per diversi motivi.

Il primo è perché il tema è suonato su un’armonica cromatica a sedici fori e usa l’ottava bassa, prima, e quella immediatamente piè alta, dopo. Il secondo è il solo di armonica, che viene suonato su un’armonica diatonica in DO, dandoci cosi un immediato confronto tra l’uso della cromatica e quello della diatonica, in terza posizione.

Il terzo è quello piè importante per la nostra analisi. Alla fine dell’assolo di diatonica, infatti, c’è una parte obbligata che Johnny Sansone suona e che porta alla modulazione di mezzo tono verso l’altro.

Ma che cos’è una modulazione? Domanda legittima. Per modulazione, in musica, si intende il cambio di tonalità all’interno di una canzone. Può essere sviluppata in vari modi e per spiegare in maniera approfondita le modulazioni dovremmo dedicare un articolo solamente ad esse. Se ascoltiamo il brano, però, sentiamo subito la modulazione che accade al minuto 02:26

 

 

 

 

 

Quagmire: struttura e parti.

Quagmire si sviluppa su un giro Blues, in minore, di 12 misure. Su questo giro troviamo gli accordi di I IV e V grado sui quali ormai siamo abbastanza familiari. Tuttavia c’è uno “special”, prima della modulazione. In quello special è dove succedono le parti obbligate. Questo special dura 8 misure.

Tenendo a mente questo, possiamo quindi riconoscere le parti che compongono il brano. Il tema, il blocco assoli, lo special, la modulazione e di nuovo il tema che questa volta ha il finale.

Dividendo il brano a parti diventa anche piè facile capirlo e studiarlo.

 

 

Quagmire: tema.

Johnny Sansone suona il tema due volte, cambiando “solamente” un paio di cose. Tutto il tema e, praticamente, tutto ciò che viene eseguito sulla cromatica viene suonato ad ottave.

La prima parte del tema, sul primo giro in 12 misure, è suonato sull’ottava bassa: per eseguire correttamente questa parte, dovete usare un’armonica a 16 fori. Nella tablatura troviamo questi fori bassissimi segnati in grassetto (ad esempio 1-1, significa che suona il foro 1 dell’ottava piè bassa della 16 fori, segnati con un punto sullo strumento, e il foro 1 dell’ottava successiva). Qui non viene usato il registro e tutta questa parte si muove attorno alla scala pentatonica minore.

Nella seconda parte, invece, ci spostiamo sulla seconda ottava ed iniziamo ad usare il tasto che, nella tablatura, riconosciamo grazie al cerchio attorno ai numeri dei fori. Soffiando sui fori 3-7 di una cromatica in DO otteniamo un SOL (due, in realtà, ad un’ottava di distanza). Questo SOL, rispetto al RE minore (la tonalità del brano), rappresenta la quarta nota (o quarto grado) e fa parte della scala pentatonica minore. Premendo il registro, come accade ad esempio sulla decima misura del secondo giro, otteniamo invece un SOL# (o LAb, il suono è lo stesso. Si chiama enarmonico) che fa parte della scala blues di questa tonalità.

Sull’ultima misura, invece, c’è la coppia 1-5 soffiata che vede il tasto premuto. In questo caso si tratta di un passaggio cromatico che ci porta dolcemente verso la chiusura del tema con un ottimo assist per l’inizio del solo di chitarra.

 

quagmire tema

 

 

Quagmire: lo special.

Questa parte è una specie di “mondo a sé”. In mezzo a questo strumentale, che si sviluppa su un giro Blues in 12 misure, è inserita questa parte che, invece, ha solo 8 misure. Inoltre ci sono accenti marcati all’unisono con la batteria e vengono usate note specifiche. Questi accenti si chiamano obbligati e, come dice la parola stessa, vanno suonati così come pensati e presenti su disco.

Lo special in questione ci serve per introdurre l’altra parte del brano che ci aiuta ad usare l’armonica cromatica in tutta la sua espressività, quella della modulazione. Queste otto misure preparano l’ascoltatore a ciò che sta per accadere dopo.

 

quagmire special

 

 

Quagmire: la modulazione.

Su questa sezione il brano si alza di tonalità e va in Eb (MI bemolle), quindi dobbiamo suonare tutta la parte con il tasto premuto. In questa parte accadono un paio di cose molto interessanti: la prima è il glissando “libero” che Sansone suona sull’ottava misura, segnato con le frecce verso destra; la seconda è il cambio di imboccatura (passa a fori singoli: possiamo scegliere se in tongue blocking vero e proprio o se usare il lip-pursing: l’imboccatura a foro singolo che usiamo sulla diatonica) per la penultima misura, dove suona un passaggio a note singole per ritornare alle ottave sull’ultima misura.

 

quagmire modulazione

 

 

 

Quagmire: il solo e il finale.

Per il solo di Quagmire ci spostiamo sull’armonica diatonica. Una normale diatonica a 10 fori in DO (C). Sansone qui si muove sempre attorno alla pentatonica minore (specialmente quando suona l’ottava bassa e le ottave) e inserisce alcune blue note (spostandosi quindi sulla scala blues) quando sale fino al sesto aspirato. Questo foro, tra l’altro, rappresenta il limite fino al quale si sposta verso l’alto.

È utilissimo studiare e capire questo assolo per iniziare ad intuire ed imparare le relazione che esistono tra l’armonica cromatica e l’armonica diatonica, specialmente parlando di terza posizione. Se siamo abbastanza agili da suonare la diatonica in terza posizione sarà facile trasportare sulla nostra armonica cromatica le frasi che già conosciamo e adattarle allo strumento cromatico che, fisicamente, presenta alcune diversità rispetto alla diatonica. Una su tutte i bending, le note a nostra disposizione e la loro collocazione.

Il finale, invece, vede il tema suonato in maniera molto simile a quello iniziale, con qualche piccola gustosa variante e la coda finale, dove il registro viene usato in maniera precisa per ottenere le blue note necessarie e un musicalissimo passaggio cromatico che rende la frase finale molto piè fluida.

Trovate il solo e il finale, insieme alle altri parti, sulla tablatura scaricabile qui sotto.

 

 

 

 

 

 

Buon divertimento e al prossimo articolo sulla “Cromatica Nel Blues”.