Manuale di Sopravvivenza per l’armonicista alle Jam Session

Una jam session è una riunione (regolare o estemporanea) di musicisti che si ritrovano per una performance musicale senza aver nulla di preordinato, di solito improvvisando su griglie di accordi e temi conosciuti (standard).

Il termine “jam” probabilmente deriva da “Jamu”, una parola Youruba (Africa occidentale) che significa “insieme in concerto” ed è nato negli anni venti negli ambienti jazz, diffondendosi anche nel rock e, più tardi, nell’Hip Hop.

Una jam session può avere lo scopo di intrattenere un pubblico ma può anche essere un ritrovo di musicisti che hanno così l’opportunità di provare nuovo materiale musicale e mettere alla prova la loro abilità di improvvisatori in confronto con altri strumentisti; a volte è semplicemente un ritrovo sociale.

Alle jam session possono partecipare musicisti di tutti i livelli e possono avvenire in locali privati o pubblici. Ad esempio divennero leggendarie negli anni quaranta le jam session del club di New York Minton’s Playhouse, che dopo l’orario di chiusura ospitava musicisti come Ben Webster e Lester Young e i giovani della nuova leva bebop come Thelonious Monk, Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Questi incontri spesso si trasformavano in vere e proprie competizioni fra virtuosi.

Le jam session sono un terreno fertile per l’incontro di musicisti, lo scambio di idee, e sono quindi l’occasione dove sono nate molte collaborazioni musicali.

È facile, però, sentirsi disorientati ad una jam session. Di qualunque tipo sia, soprattutto all’inizio. È facile anche farsi prendere la mano e risultare inadeguati alla situazione, senza volerlo e senza saperlo.

Ci sono alcune regole di buon senso che ci aiutano a vivere la jam session per come va vissuta: un momento di ritrovo sociale tra musicisti e di scambio di idee, esperienza e suggerimenti, con il sorriso e senza nessuna velleità di primeggiare.

 

Sociale:

  1. Presentarsi al coordinatore della jam. Non è vero che una jam è un ritrovo casuale: non regna l’anarchia nelle jam migliori. C’è un coordinatore, di solito parte della house band, al quale presentarsi senza timore e che ci dirà di segnare il nostro nome sulla lista (se non lo farà lui stesso), insieme allo strumento che suoniamo. Sarà il coordinatore a chiamarci quando verrà il nostro turno.
  2. Arrivare in tempo. Non possiamo arrivare ad una jam session appena prima dell’inizio, se non quando è già iniziata, e pretendere di suonare. Chi prima arriva prima suona. Inoltre la jam è momento di aggregazione: ascoltare gli altri musicisti suonare è fare aggregazione, arrivare per ultimo e voler suonare è fare l’antipatico.
  3. Niente giudizi o commenti negativi. Ci sarà sempre qualcuno che suonerà il brano che conosciamo in maniera rovinosa. Questo non significa autorizzarci a commentare negativamente. Le jam sono fatte per suonare male: c’è la libertà di provare qualcosa di nuovo, diverso o fuori dalle nostre corde e non sempre va bene. Facciamo, invece, un applauso caloroso a chi non ha paura di fare musica.
  4. Rispettare gli altri. La jam è magica perché coinvolge diversi tipi di persone dalle più diverse età e provenienze. Questo significa che siamo liberi di divertirci nel rispetto delle altre persone: proprio perché abbiamo la possibilità di conoscere altri musicisti e affezionati alla musica che non sono parte delle nostre cerchie trattiamoli con gentilezza e rispetto, non sappiamo mai la sensibilità e la storia di queste nuove conoscenze.
  5. Consumare al locale. Il locale che ospita la jam non deve nulla a chi suona. In tempi dove il Blues sembra trovi terreno arido, un locale che decide di ospitare una Blues Jam regolare è un’oasi nel deserto. Il locale ha spese di gestione per tenere aperto e permetterci di suonare e di ritrovarci con altre persone con la nostra stessa passione. Rimanere nel locale per ore e non consumare nulla non fa bene per la Jam: il locale non incassa, non giustifica la presenza di una serata come la Jam e non vorrà più riproporla. Una birra, una bibita non ci compromette da un punto di vista economico, ma dimostra che apprezziamo di fare parte di un evento come questo.

 

Musicale:

  1. Ascolta gli altri musicisti. Cerca di capire, prima di tutto, il livello degli altri musicisti. È bello suonare con chi è più bravo di noi, ma dobbiamo renderci conto che non siamo al loro livello e che non possiamo strafare. Ci sono jam dove il livello medio è davvero alto e possiamo cogliere l’occasione, se non siamo pronti, per ascoltare e osservare ciò che fanno i musicisti più esperti: si impara anche così…
  2. Non inserirti perché “ci sta”. L’armonica è uno strumento tanto bello quanto fastidioso, soprattutto a causa degli armonicisti che non sanno stare al loro posto. Anche se la band che sta suonando ti chiama sul palco è sempre il coordinatore a decidere. Non auto-invitarti o apparire sul palco a sorpresa, non è una bella cosa.
  3. Il volume non va alzato. Se non in caso di bisogno e sapendo ciò che si fa. Un’armonica che suona a volume alto, soprattutto se mal equalizzata (e se serve volume, nel 90% dei casi, è anche male equalizzata) è la cosa peggiore che può capitare ad una jam session. Chiedi piuttosto ai tuoi compagni di jam di stare attenti al volume.
  4. Sii preparato. Soprattutto a sbagliare. È una jam, non sarà mai tutto perfetto. Lo spirito della jam è creare musica sul momento insieme a gente sconosciuta, quello del concerto è performare al massimo della perfezione. Ad una jam è consentito sbagliare e la parte divertente è capire come correggere l’errore. Se non ci riesci immediatamente lavoraci a casa e preparati per la jam successiva.
  5. Rispetta il genere. Se sei ad una jam session Blues (o Jazz, o.…) dovresti sapere che ci sono dei brani, delle canzoni, considerati degli standard. Sono dei brani da sapere per affrontare adeguatamente quel genere. Se non ne conosci nemmeno uno, allora avrai dei problemi a relazionarti con gli altri musicisti alla jam session. Non aver paura e chiedi a chi è più esperto di te: fatti dare una decina di standard da ascoltare e studiare, servono per approfondire il genere, scoprire nuovi autori e migliorarsi come musicisti.

 

Armonicistica:

  1. Non suonare troppo. Di solito chi inizia a suonare o non suona molto dal vivo vuole dire tutto in poco tempo. Non farlo! Suona quello che sai, tieni in tasca qualche asso e qualche cosa da dire, potrai farlo più tardi o alla prossima jam session.
  2. Impara ad accompagnare. Anche per gli armonicisti sembra che ci sia il problema dell’eroe solitario, o meglio solistisco. Suonare con gli altri non significa aspettare solamente il proprio turno per fare l’assolo. Significa saper accompagnare senza essere invasivi, saper stare zitti con l’armonica quando non si sa cosa fare, saper far risaltare chi sta cantando o suonando in quel momento. Imparare ad accompagnare serve a questo.
  3. Guarda sempre cosa succede. Durante la performance, in una jam, succede di tutto. Il cantante lancia gli assoli ad un musicista, chiama gli stacchi, gli altri solisti sembrano non finire mai. Non dubitare e non preoccuparti. Tiene sempre gli occhi aperti e guarda sempre chi sta “parlando” (il cantante il solista uno dei due sta facendo qualcosa, quindi prestagli attenzione!).
  4. Preparati a suonare parti strane. Molti dei brani che suonerai non avranno l’armonica in origine. Tocca a te, sul momento, improvvisare qualcosa, sia di accompagnamento che si assolo, che sia efficace e non vada a cozzare con gli altri. Sii pronto a staccarti dal terreno già battuto e lasciati andare alla sperimentazione, sempre rispettando gli altri.
  5. Attento alle note. L’armonica è uno di quegli strumenti che riesce a riempire facilmente ogni spazio. Per questo, per la sua timbrica e la sua caratteristica, ha bisogno che le note siano usate con saggezza: se non sai cosa fare non suonare, se pensi che quella nota sia sbagliata non suonarla, se vuoi provare come suona quella nota strana, fallo con convinzione, ma non insistere se vedi che crea più fastidio che interesse.

 

 

C’è una jam session Blues che sta andando molto bene, al momento in cui scrivo, che si tiene ogni mercoledì sera al Nasty Boys di Treviso. In questa jam, oltre ad aver conosciuto e incontrato musicisti meraviglioso, c’è un’atmosfera particolare che ben riassume lo spirito che dovrebbe guidare ogni jam session: “Lascia l’ego, suona la musica e ama la gente“. Una frase di Luther Allison che ci ricorda che stiamo suonando per divertirci, fare bella musica e far divertire chi ci ascolta. Lo spirito è questo, basta divertirsi.

 

 

 

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