Jerry Portnoy è sicuramente l’armonicista che per diverse ragioni ha lasciato un segno importantissimo nel mondo dell’armonica Blues e nel ruolo dell’armonicista “sideman ideale”. Il suo lavoro con Muddy Waters, con il quale ha suonato dal Maggio del 1974 a Giugno del 1980, rappresenta un manuale di come si deve suonare l’armonica in band. La sua abilità di aver distillato il lavoro dei grandi dell’armonica che hanno occupato lo stesso ruolo con Muddy Waters nel corso degli anni è impressionante.

Sono riuscito ad intervistarlo e a capire il suo punto di vista e il suo modo di intendere l’armonica e la musica Blues.

 

 

1. Sei nato a Chicago e dalle storie che racconti il Blues era parte della tua “colonna sonora di vita”. Andavi a trovare Big Walter Horton, ascoltavi i dischi di Sonny Boy Williamson II e potevi sentire l’armonica di Little Walter a pochi isolati dalla casa dove vivevi. Quali sono le tue principali influenze musicali e sull’armonica?

Le influenze principali che riconosco sono Sonny Boy Williamson I, Little Walter, i sassofonisti e le big band.

 

 

2. Come tu sia stato ingaggiato da Muddy Waters è storia risaputa. Quello che mi incuriosisce di più è il processo di preparazione per quel ruolo, studiando i dischi di Muddy Waters. Dovevi occupare un posto importante che era stato di giganti dell’armonica nel corso degli anni. Certamente hai fatto un lavoro fantastico: ai miei orecchi hai sintetizzato tutto il lavoro di questi armonicisti venuti prima di te, aggiungendo il tuo stile e la tua identità. Quale metodo hai usato per questo risultato? 

Ho studiato i dischi di Muddy molto attentamente. C’erano delle canzoni che Waters voleva suonate praticamente uguali agli originali, su altre invece lasciava campo libero. Se però quello che facevo non andava bene o non gli piaceva, Muddy me lo diceva chiaramente.

 

 

3. Parliamo di timbro. Il tono acustico è la base e separa gli armonicisti veri da quelli che stanno ancora crescendo sullo strumento. Quali sono i tuoi suggerimenti per migliorare il proprio timbro?

Bisogna suonare note lunghe. Farle crescere al massimo e poi diminuire il volume.

 

 

4. Microfoni e amplificatori. Quale microfono usi? E quale amplificatore ti piace di più? Usi attrezzature differenti quando suoni dal vivo e in studio? 

Uso un Astatic JT-30. Suono un amplificatore Victoria che in pratica è una copia di un Fender 4×10 Bassman del 1959, solo che il circuito è un point-to-point. Mi piace mantenere le cose semplici: per questo uso lo stesso setup in ogni circostanza.

 

 

5. Quello della teoria musicale è un argomento molto discusso tra gli armonicisti, specialmente se suonano Blues. Alcuni dicono che non è così importante, altri affermano che sia fondamentale. Qual è la tua opinione?

Non ti serve saper leggere la musica per suonare Blues. I più grandi musicisti Blues della storia non sapevano nemmeno leggere l’inglese, figurati la musica! Altrimenti il tuo modo di fare musica diventa visuale e non sonoro. Impara ad ascoltare molto bene, concentrandoti senza distrazioni.

 

 

6. Sei conosciuto per essere un armonicista Blues tradizionale, ma hai superato quei confini suonano brani come la tua famosa versione di “Misty”. Cosa ti ha dato l’idea di spostarti dal Blues, in senso stretto, e portare l’armonica in questi nuovi territori?

Suona quello che ti piace e che suoni bene sull’armonica. Non tutto funziona. L’armonica è uno strumento eccentrico. Ha note forti e note deboli. Così come un pezzo musicale. Se una nota forte della musica cade su una nota debole dell’armonica, il fraseggio potrebbe non suonare bene. Bisogna suonare sui punti di forza dell’armonica e cercare di minimizzare i suoi punti deboli. Sarebbe assurdo cercare di inserire un piolo quadrato in un foro rotondo.

 

 

7. Come studiavi? Oltre a suonare sui dischi, come dovremmo fare tutti, come hai lavorato sulle tecniche e sui “segreti” dell’armonica? 

Quello che facevo era semplicemente rallentare i dischi e suonare finché non mi avvicinavo al risultato. Prima che avessimo la tecnologia per rallentare i brani, facevo girare un vinile a 16 RPM invece di 33 rallentandolo a metà, quindi. L’intonazione, però, si abbassava di un’ottava. E cercavo di ripetere quello che sentivo il più fedelmente possibile.

 

 

8. Quali sono le differenze tra quando suoni come sideman e quando invece sei front-man della band? Come fai a cambiare ruolo così bene senza perdere la tua identità di musicista?

Devi semplicemente capire quale sia il tuo ruolo: quando accompagni il tuo lavoro è fare in modo che il cantante suoni bene. Non calpestare le linee cantante. Entra ed esci. Stai attento al volume. Quando invece guidi la band, puoi fare ciò che vuoi.

 

 

9. Come suggerisci di condurre le prove alle Blues Band che ci sono? Essendo stato parte di una delle più grandi Blues band che sono esistite ed essendo anche un front-man, cosa pensi debba fare una band per spremere il meglio da ogni prova per raggiungere l’obiettivo di suonare buona musica?

La band di Muddy Waters non ha mai fatto prove. Se fai prove devi arrivare preparato e se puoi ascolta il materiale con largo anticipo.

 

 

10. Come pensi sia cambiato il modo di suonare l’armonica negli anni? A parte riscoprire gli overbending, pensi ci siano delle mancanze o differenze nel modo in cui l’armonica viene suonata oggi, rispetto al passato? O qualcosa è migliorato?

Ci sono armonicisti oggi che hanno portato il virtuosismo ad un nuovo livello. Musicisti come Howard Levy e Jason Ricci hanno cambiato l’idea di ciò che è possibile sullo strumento, ma per il Blues tradizionale le tecniche base che sono sempre esistite sono più che sufficienti.

 

 

 

Non posso che ringraziare Jerry Portnoy per il suo tempo e le sue preziose risposte.