Sembra sia stato il primo a collegare un microfono da pochi dollari ad un amplificatore valvolare rivoluzionando per sempre il suono dell’armonica nel Blues. Sicuramente è uno degli armonicisti che piè hanno influenzato e ancora influenzano generazioni di adepti dello strumento. Imitato, ma inimitabile “Marion” Walter Jacobs, a.k.a. Little Walter, rimane il genio indiscusso della scuola elettrica di Chicago, essendone uno degli inventori.
La sua armonica è presente nei grandi classici incisi da Muddy Waters, in alcuni dei Blues standard piè conosciuti e suonati. Il suo fraseggio è inimitabile e il suo suono una firma riconoscibilissima. L’armonica a bocca ha due epoche: pre-Little Walter e post-Little Walter. Insieme a Waters e Jimmy Rogers formava i famigerati “Headhunters” che, grazie al loro suono, alla loro abilità musicale e ad un talento mai visto prima, rubavano letteralmente la scena a qualsiasi altra band di Chicago, già negli anni 50. La sua “Juke” rimane il terreno sul quale si cimentano migliaia di armonicisti in tutto il mondo, diventando così il classico per l’armonica a bocca. Artista di punta della Chess Records, ha uno stile di vita estremo, caratterizzato da gioco, alcool e donne, ma che non intacca minimamente la sua unica sensibilità musicale, la sua riconosciuta genialità e la sua concreta conoscenza della musica.
Lo stile:
Di impronta chiaramente sassofonistica, Little Walter viene soprannominato il Charlie Parker dell’armonica, proprio per i fraseggi di impronta piè o meno marcatamente jazzistica che ha portato nel Blues armonicistico.
Little Walter sapeva esattamente cosa accadeva sull’armonica e aveva una scelta delle note sempre stilosa ed azzeccata, senza mancare mai di nervosismo, attacco e timbro rotondo. A volte ricorda un sassofono tenore, altre volte un alto. Inventore di assoli e linee melodiche uniche e interprete di brani sia in chiave di sideman, con Muddy Waters, sia in chiave di front-man che sono diventati veri e propri must per chiunque si ritenga un armonicista dignitoso.
Tra i vari vengono in mente: “Mellow Down Easy”, “Up The Line”, “My Babe”.
Utilizzava un amplificatore a valvole e, pare nel corso della pur breve carriera (interrotta a causa di morte prematura), diversi microfoni: sembra sia passato dai Green Bullet agli Astatic JT30 dell’epoca, passando per lo Shure 555 Slim-X. Mentre è sicuro che per le sessioni in studio usasse un amplificatore, pare che dal vivo usasse direttamente suonare anche negli impianti (valvolari, all’epoca) presenti nei club.
Ascolti Suggeriti:
Juke – lo strumentale per armonica più conosciuto, studiato e riproposto
Baby Please Don’t Go – la versione originale con un Little Walter in forma
Blue Lights – un meraviglioso take con Walter alla cromatica
Watermelon Man – un classico rivistato all’armonica in maniera geniale
You Don’t Love Me – take storico con Muddy Waters e Bo Diddley
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