Il Fender Blues Junior III e il Peavy Classic 20 sono due ampli di piccole dimensioni che ho – in questo momento – modo di confrontare. Il primo è famoso, uno standard a livello mondiale; il secondo è forse meno conosciuto, ma riesce a tenere testa, se non a superare, il suo concorrente.

Fender Blues Junior III

Se pensiamo al Blues Junior ci viene subito in mente un amplificatore affidabile, abbastanza versatile, piuttosto diffuso sia sul mercato del nuovo che in quello dell’usato. Introdotto nel mondo degli amplificatori nel 1990, mira a raggiungere quel timbro caldo e valvolare tipico del Blues e del Rock Americano a partire dagli anni 50. La Fender ha creato anche edizioni limitate del Blues Junior, dove sostanzialmente cambia l’estetica e il cono montato, ma la circuitazione è la stessa. Possiamo pensare al Blues Junior come al fratello minore del Fender Blues Deluxe. Il Blues Junior è stato introdotto dopo il Fender Pro Junior che però ha un circuito differente, nonostante siano entrambi ampli da 15 watt.

Il Blues Junior che ho in possesso è quello che viene definito “hot rod”, ricoperto dal vinile nero. A differenza del suo corrispettivo in tweed laccato la cui saturazione è piè croccante sui medi, questo ampli è piacevolmente brillante.

Fender Blues Junior III

Le caratteristiche del Fender Blues Junior III sono le seguenti.

Valvole Pre: 3 x 12AX7

Valvole Finali: 2 x EL84

Cono: 12″ Fender “lightning bolt” Speaker by Eminence

Per chi conosce meglio la materia, ecco lo schema elettrico di questo amplificatore.

Fender Blues junior III - Circuito

Peavy Classic 20

Il marchio Peavy, invece, non è tra i più conosciuti. Se questa affermazione vale in linea generale in Italia, figuriamoci negli ambienti degli armonicisti che cercano tra i Fender, in primis, i vecchi Gibson (per chi se ne intende di sound Chicago) o i marchi custom l’amplificatore ideale per trovare il suono voluto.

Il primo Peavy che provai fu un Delta Blues arrivato in casa prima dei miei 30 anni di età. Passai per Fender a transistor, a valvole, tornai ad un Peavy Classic 30 e molti altri fino ad arrivare ad avere, oggi, il Peavy Classic 20. Questo è un modello meno diffuso del Classic 30, ma sono ampli molto simili. L’importante è trovare il modello della serie USA, quella che se guardiamo l’amplificatore dal davanti vediamo un quadrato, come in foto, con il logo sulla rete che copre il cono.

Peavey CLassic 20

La serie Classic è stata costruita dagli anni 70 con i musicisti Blues, Jazz e Classic Rock in mente come utilizzatori finali. In origine era chiamata serie “Vintage” e usava delle valvole 6C10 nel pre-amp, non il transistor. Il Classic originale era un ampli da 50 watt con due coni da 12″ e un riverbero a molla, come con il The Twin Red Knobs di casa Fender poteva essere usato con il canale distorto e pulito sia in serie (quindi uno dei due a scelta) o in parallelo (quindi entrambi i canali contemporaneamente, uno per cono). La serie attuale della Classic include il Classic 30 112, il Classic 50 212 e 410, e due variazioni del modello “Delta Blues”, il Delta Blues 115 e Delta. Montano valvole 12AX7 nel preamp ed EL84 come valvole finali, oltre ad un riverbero a molla.

Dal 1994 al 1997, un ampli da 15 watt con un cono da 10″ e senza riverbero apparve sul mercato: il Peavey Classic 20. Quello che oggi sentiremo.

 

Valvole Pre: 2 x 12AX7

Valvole Finali: 2 x EL84

Cono: 10″ Blue Marvel

Lo schema del Peavey Classic 20 è il seguente.

Peavey Classic 20 - Circuito

Test 1: microfono Bullet – Shure White Label 88A86 1951

In questo test ho usato le stesse impostazioni per entrambi gli ampli per quanto riguarda segnale di ingresso, di uscita e equalizzazione, ottimizzate per il suono che cerco usando il mio Bullet. La capsula (o shell in inglese) è quella di un vecchio Hohner Blues Blaster (per comodità di attacco XLR o canon) all’interno della quale risiede uno stupendo elemento Shure White Label ad alta impedenza del 1951 acquistato a New Orleans.

Test 2: microfono Shure 545SD Unidyne III

In questo test ho usato le stesse impostazioni per entrambi gli ampli per quanto riguarda segnale di ingresso, di uscita e equalizzazione, ottimizzate per il suono che cerco usando il mio Bullet. Il microfono è un normale Shure 545SD, che si trova tranquillamente sul mercato. È un made in Mexico, quindi ha un taglio frequenze meno ricco di bassi e – di conseguenza – meno caldo rispetto ai corrispettivi made in USA che ho avuto modo di provare, ma che non ho in mio possesso.

Test 3: miglior setup personale da entrambi gli ampli

In questo test ho usato le stesse impostazioni migliori per estrarre il suono migliore, secondo mio gusto, da ogni ampli. Ho sperimentato finché ho trovato il suono che piè mi soddisfaceva dal singolo amplificatore, a prescindere da microfono e settaggio.

Sotto ogni esempio è riportato il settaggio, in funzione ovviamente del microfono usato.

 

Conclusioni

Ovviamente ognuno ha una sua preferenza e alla fine quel che conta è il suono che piace a noi. La mia conclusione, per il mio suono e il mio equipaggiamento, è che il Peavy Classic 20 è l’ampli piccolo piè adatto al mio sound e al mio modo di suonare. Se quando mi serve “botta” ho un ottimo The Twin Red Knobs che sto imparando ad usare davvero, il Classic 20 sostituisce il mio fedele Fender Blues Junior III che ha servito numerosissime situazioni dandomi momenti soddisfacenti e momenti senza lode.

Chi lascia la strada vecchia…obbietterà qualcuno. Lo so, ma quando si sente di avere quel sound che si cercava, quell’espressione che mancava e che ti riesce ad ispirare sul modo di suonare, sai di aver trovato il tuo ampli.

 

Spero di potervi far sentire il Peavey Classic 20 presto dal vivo…