Charlie McCoy è conosciuto come l’armonicista country per antonomasia; nonostante il suo lavoro sia enorme e spazi attraverso diversissime situazioni il suo nome viene collegato al brano country “Orange Blossom Special”, classico del country e bluegrass pensato per violino ma che McCoy ha saputo rivisitare per armonica in maniera unica.
Dietro alla fama di armonicista country, però, c’è un musicista completo: McCoy è polistrumentista (suona la batteria, le tastiere, il basso, la tromba e la chitarra, oltre all’armonica) ed è laureato in educazione musicale. Il suo debutto nel mondo della musica avviene in maniera piuttosto contorta: prima si reca a Nashville da diciottenne, nel 1959, e parla con diversi produttori e case discografiche senza ottenere alcun risultato. Torna a casa, si dedica allo studio (e si laurea), con l’obiettivo di diventare insegnante di musica. Tuttavia era la carriera nel mondo musicale, e non quello dell’insegnamento, che attirava McCoy che si offrì per un posto di chitarrista nella band di John Ferguson. Una volta arrivato a Nashville, il suo posto era già stato preso dal chitarrista Vance Bullock. Ferguson decise, dopo una breve discussione, di ingaggiare comunque McCoy ma come batterista. La band non durò e dopo un mese da disoccupato si unisce a Stonewall Jackson sempre come batterista. Lo stesso autunno l’ingaggio terminò, ma ricevette una chiamata dall’impresario Jim Denney che lo informo che Archie Bleyer della Cadence Records voleva assumerlo, avendo sentito le incisioni di McCoy stesso. A quel punto Charlie incise il suo primo singolo “Cherry Berry Wine”, proprio per la Cadence che si posizionò al 99° posto sulla classifica Billboard. A Nashville, Denney gli suggerì di concentrarsi sull’armonica e fare delle demo. Intanto, il nostro, iniziò a suonare con Wayne Moss come bassista.
Chet Atkins senti una delle demo di McCoy e lo ingaggiò subito, era il Maggio del ’61. La sua prima incisione da armonicista fu “I Just Don’t Understand” di Ann-Margret per la RCA. Anche Fred Foster della Monument Records aveva sentito parlare di McCoy e lo assunse per suonare sulla canzone di Roy Orbison (quello che scrisse “Pretty Woman”, per intenderci) intitolata “Candy Man”. Quando la canzone divenne una hit da un milione di copie vendute, l’armonica di McCoy iniziò ad essere notata. “Today I Started Loving You Again” dal secondo album di McCoy vendette 750.000 copie nel 1972, anno di pubblicazione arrivando a piazzarsi 16° sulle Billboard country charts. Con l’album The Real McCoy vince un Grammy dalla National Academy of Recording Arts and Sciences e il disco Good Time Charlie si classificò al primo posto delle Billboard country chart. Negli anni settanta Charlie McCoy partecipa a più di 400 sessioni in studio all’anno.
Da lì andò a suonare l’armonica per artisti come Elvis Presley, Perry Como, Joan Baez, Steve Miller Band, Johnny Cash, Buffy Sainte-Marie, Kris Kristofferson, Paul Simon, Barefoot Jerry, in “Beaucoups of Blues” di Ringo Starr. Ha anche suonato la chitarra in “Desolation Row” di Dylan contenuta nel disco Highway 61 Revisited e in “Sad Eyed Lady of the Lowlands” dal disco Blonde on Blonde, il basso su tutte le tracce di John Wesley Harding, sempre di Dylan, le tastiere e la batteria, oltre ad altri strumenti a fiato. Per 19 anni McCoy lavorò come direttore musicale del popolare show televisivo Hee Haw e fu membro della Million Dollar Band, un gruppo di all-star session men che suonavano nello show.
Il 17 Maggio 2009, Charlie McCoy venne indotto nella Country Music Hall of Fame insieme a Roy Clark e Barbara Mandrell. E’ anche membro della International Musicians’ Hall of Fame e della West Virginia Music Hall of Fame. Nel Maggio del 2016, la West Virginia University premiò Charlie McCoy con Honorary Doctor of Musical Arts (Dottorato Onorario per le Arti Musicali).
Nel 2017, la West Virginia University Press ha pubblicato Fifty Cents and a Box Top The Creative Life of Nashville Session Musician Charlie McCoy.
E oggi ha risposto a dieci domande fornendoci un punto di vista interessante e carico di un’energia unica.
1. La prima domanda che mi viene in mente è ovviamente su “Orange Blossom Special”. Hai adattato questo classico del bluegrass, scritto originariamente per violino, per armonica e scritto la storia: la tua versione è il metro di paragone per qualunque armonicista nel mondo del country e nell’arena del suonare velocemente e musicalmente. Qual è stata la scintilla che ti ha fatto arrangiare il brano per armonica?
Nel 1965, fui ingaggiato per suonare in una session con Johnny Cash. Voleva registrare una versione cantata di “Orange Blossom Special” e mi chiese di suonare l’assolo. Ho provato a copiare lo stile del violino nel miglior modo che potessi. Calcola che a Nashville andiamo a registrare senza avere idea di quali canzoni dovremo registrare. Dopo la sessione ho pensato a quanto mi fosse piaciuta la canzone e che volevo davvero impararla. È diventata la canzone con la quale concludo ogni concerto che faccio.
2. Chi sono le tue maggiori influenze all’armonica? Ascolti altri armonicisti o lasci che siano altri strumenti ad influenzarti?
Non ho mai ascoltato gli armonicisti fino ai sedici anni. Poi sentii Jimmy Reed e Little Walter. Penso ancora che Little Walter sia il re dell’armonica Blues. Quando iniziai a lavorare come session-man a Nashville, il mio modo di suonare Blues era da principiante. Mi resi conto che se non avessi cambiato qualcosa, sarei svanito nel nulla. A quel punto iniziai ad ascoltare tutti gli altri strumenti del country (chitarra, steel guitar, violino, dobro, …) e provavo a copiare i loro fraseggi.
3. Parliamo di tecnica di respirazione. Hai un suono rotondo, pieno e carico di armonici, tuttavia riesci a suonare velocissimo e precisissimo. Ci sono dei suggerimenti che puoi dare per raggiungere questo risultato?
Respirare quando suono è ormai talmente una seconda natura che non ci penso nemmeno. Non ho mai fumato e negli ultimi 26 anni cammino cinque chilometri ogni giorno, sempre che impegni e tempo atmosferico lo permettano.
4. La teoria musica è a volte oggetto di discussione tra gli armonicisti. So che sei laureato in educazione musicale: suggerisci di imparare la teoria musicale e applicarla all’armonica?
La teoria musicale non è essenziale per diventare un grande armonicista. Dubito che Little Walter sapesse qualcosa di teoria. Ma per me non è mai abbastanza. Specialmente quando lavoro in studio di registrazione la trovo utile per ciò che faccio visto che spesso non c’è tempo per prepararsi alla sessione di registrazione.
5. Qual è il tuo modello e marca di armoniche preferito e perché?
Hohner Special 20. Usavo le Marine Band e le Old Standby, ma il corpo in legno ha vita limitata a causa dell’umidità.
6. Hai una routine di studio? Quante ore passi o passavi al giorno/settimana sullo strumento?
Suono da 70 anni. Non studio tranne quando devo prepararmi per un nuovo album. Suono in studio 3 o 4 volte alla settimana normalmente (quando non c’è pandemia) e suono una media di 20-25 concerti all’anno.
7. Il tuo nome appare a fianco di artisti come Johnny Cash, Elvis Presley, Joan Baez, Steve Miller, Paul Simon, per nominarne alcuni. Puoi spostarti attraverso stili diversi senza perdere il tuo suono e la tua identità. Come ti approcci a questi differenti artisti dal punto di vista umano e musicale? Ti ha aiutato la teoria musicale? So che dipende dalla situazione, ma ti appoggi alle loro idee o porti le tue influenze nella loro musica?
Sono stato benedetto nel lavorare con il Nashville “A-Team” dei musicisti da studio. Quello originale. Ho imparato due cose imporantissime da questi ragazzi. Primo: lascia l’ego fuori dalla porta. Non interessa a nessuno quante cose sai, gli interessa come suoni. Secondo: diventa la cornice del quadro. La canzone e l’artista sono il quadro, i musicisti e i coristi sono la cornice. Il nostro lavoro è incorniciare il quadro, non distrarre dal soggetto.
8. So che ti sei innamorato dell’armonica ascoltando prima Jimmy Reed e poi Little Walter e lo consideri il miglior armonicista di tutti i tempi. Un sacco di gente è d’accordo con te, ma puoi dirmi di più sul perché pensi questo, armonicisticamente?
All’epoca questi personaggi non avevano qualcuno da cui copiare, non c’era internet, non esisteva youtube. Hanno inventato le cose che suonavano dal nulla, veniva dalle loro idee. Due dei miei album preferiti sono “The Best Of Little Walter” e “The Best Of Muddy Waters”. Little Walter suona in entrambi. Ogni volta che li ascolto, giuro che sento qualcosa di nuovo.
9. Come lavori alle prove con la tua band o con la band con la quale suoni? Quale preparazione c’è dietro ai tuoi progetti?
A Nashville tutti leggono un sistema di notazione chiamato il “Nashville Number System”. Quando faccio un concerto, mando un CD e gli schemi alla band in anticipo. Se non leggono il “sistema Nashville” uso gli accordi normali. Per i miei CD ingaggio musicisti grandiosi e andiamo in studio come con tutte le session che si fanno qui: sono l’unico che sa cosa registreremo quel giorno. Ho registrato 43 album, 1 EP e 1 DVD didattico. Su questi, tra musicisti, cantanti e ingegneri, ho lavorato con 501 persone finora. Ho ancora una lunga lista di persone che voglio usare. Nashville è la VERA città della musica in USA e probabilmente la capitale delle registrazioni del mondo, oggi!
10. Quale consiglio daresti a chi si avvicina all’armonica e a chi suona già da tempo?
Continuate a provare a suonare melodie di canzoni che non avete mai suonato. Se state suonando per i cantanti “ascoltate le parole e non mettetevi in mezzo a loro ruolo”. Usare sempre il buon gusto: non suonare, ad esempio, con un ampli e distorsione su una bellissima ballata.
Sono molto contento di aver avuto queste risposte dal grande Charlie McCoy che ringrazio di cuore!