Per migliorare sull’armonica non basta capire le tecniche a livello teorico, ma passare del tempo a suonare lo strumento in modo pratico.
Per capire cosa significa suonare bisogna fare una premessa: ognuno di noi ha mire diverse sullo strumento, ma è chiaro che per suonarlo in modo completo non possiamo fermarci a ricopiare le canzoni e a suonare l’armonica in salotto. In questo non c’è nulla di male, anzi. La vita di ciascuno ha diverse priorità e non significa che una persona che vuole suonare “Bianco Natal” con l’armonica in salotto a Natale sia meno “nobile” di chi, invece, decide di dedicare del tempo allo strumento per suonare musica in modo diverso: interagendo con altre persone e, magari, esibirsi dal vivo con una band, o accompagnandosi con la chitarra.
L’impegno, il tempo, la disciplina, l’impostazione che c’è dietro, però è diversa.
In questo articolo, tuttavia, vediamo come poter creare un buon compromesso tra la vita quotidiana di chi ha attività diverse dal solo studio dello strumento (sia insegnamento, lavoro d’ufficio, in fabbrica, etc.…) e chi vuole dedicarci del tempo per migliorare e diventare musicista e musicale sull’armonica, il più possibile.
1. Il Concetto di “Suonare”
2. Pianificare il Tempo
3. Le Parti del “Suonare”
4. Concerti e Interazione con Altri?
5. Occorrente & Suggerimenti
Il Concetto di Suonare.
Suonare non significa solamente imparare la tecnica dello strumento, ma anche questo significa suonare.
La tecnica sullo strumento è necessaria a due cose fondamentali e della stessa importanza:
- la possibilità di poter replicare dei fraseggi e delle melodie che sentiamo
- la possibilità di farci esprimere artisticamente quando facciamo musica
Queste due cose, unite alla conoscenza della teoria musicale utile all’armonica e all’interagire con gli altri, ci permettono di poter improvvisare agilmente e di poter suonare con altre persone.
E interagire musicalmente con altre persone fa parte del concetto di suonare.
Per farlo, bisogna anche “uscire dalla cameretta” e cercare di fare network, rete, con altre persone che condividono la vostra stessa passione, a prescindere dal genere, soprattutto se siamo all’inizio del nostro approccio con la musica. È importante suonare con gli altri, tanto quanto conoscere la tecnica, tanto quanto è importante ascoltare la musica che ci piace. Questo perché per poter soddisfare il punto a. e replicare i fraseggi e le melodie, dobbiamo ascoltare musica, prima di tutto.
Ed esprimerci artisticamente è ispirato dagli ascolti di ciò che ci piace.
Pianificare Il Nostro Tempo
Ovviamente è impossibile avere un piano perfetto per tutti. Chi studia con me sa che non amo la filosofia del “un metodo per tutti”, ma preferisco che si instauri un rapporto per un “metodo su misura”, ma la pianificazione può essere guidata.
Prima di tutto dobbiamo capire come orientarci nel nostro percorso musicale.
Un’ora di studio focalizzata vale più di tre ore di pratica casuale.
Dobbiamo concentrarci sull’ascolto dei dischi, l’analisi di un brano e il suonare insieme al brano.
Questo primo step inizia a darci le abilità e il vocabolario necessari per suonare musicalmente. Le tecniche necessarie a suonare le cose che sentiamo vengono sviluppate durante lo studio tecnico, l’ascolto e la scoperta durante l’analisi.
Non sottovalutiamo questo passaggio: se prima non sappiamo suonare qualcosa, non possiamo capire “perché” quel qualcosa funziona e aprire all’improvvisazione…
Durante le nostre sessione di studio possiamo applicare questi passaggi per ottimizzare il tempo e la pratica.
Isolare le sezioni
Su un brano è utile isolare una particolare sezione che risulta complicata e suonarla finché diventa fluida e corretta.
Impariamo a riconoscere la zona dove riscontriamo problemi e ripetiamola finché la suoniamo correttamente, mentre comprendiamo dove risieda il problema.
Non continuiamo a ripetere gli stessi errori sperando si sistemino, ma isoliamo la sezione e analizziamo il problema.
Rallentare i passaggi difficili
Se isolare un fraseggio o una sezione non risolve il problema, rallentiamo il passaggio.
Rallentare il passaggio ci permette di chiarire la successione di azioni necessarie a suonarlo correttamente e a ripeterli finché risultano naturali.
Troppe informazioni, o informazioni che arrivano al cervello troppo velocemente, non vengono memorizzate e non riusciremo mai a risolvere correttamente quel passaggio complesso.
Scandire il ritmo
Una volta imparata la frase o il passaggio, ricordiamoci di scandire il ritmo correttamente e con il giusto groove, la giusta intenzione.
Le pause sono maggiormente percepibili rallentando il passaggio. Ricordiamoci che ad una maggiore velocità non spariscono, sono solo più brevi, ma sono sempre lì e sono queste pause che danno il feeling.
“Velocizzare l’orecchio” rallentando l’ascolto
L’importanza di ascoltare i passaggi (e i brani) rallentati non va affatto sottovalutata. Il nostro cervello riesce a processare meglio le informazioni e a comprendere più chiaramente note, suoni, passaggi.
Questo significa che si abituerà prima a riconoscere questi suoni anche a velocità maggiori, con la pratica. Nel frattempo migliorare la nostra capacità di memorizzazione ed esecuzione.
In questo modo miglioriamo quello che si chiama interplay – capacità di suonare con gli altri – e velocizzeremo la nostra capacità di suonare l’armonica
Registrare e Analizzare la nostra musica
È fondamentale registrarsi ed analizzare come suoniamo.
Dobbiamo essere onesti con noi stessi. Confrontiamo la nostra registrazione con una professionale con un groove e capiamo quale sia la migliore e perché. Senza essere ultra critici, ma con onestà valutiamo i nostri punti deboli e focalizziamo la prossima sessione di prove su questi.
Apprendimento personale
Ognuno di noi ha una velocità di apprendimento personale dettata da vari fattori, tra cui tempo libero, vita privata o lavorativa, e situazioni dettate da qualsiasi variabile.
Questo, tuttavia, non deve influenzare un apprendimento costante e il dedicare un minimo di tempo possibile alla settimana, se non al giorno, all’armonica – sia un’ora alla settimana divisa in due mezz’ore in due giorni, che dieci minuti tutti i giorni.
Se applichiamo i suggerimenti che abbiamo visto alla nostra routine di studio e comprendiamo quali siano i punti necessari del “suonare” sui quali lavorare, riusciamo a creare una nostra, personale, routine per studiare l’armonica durante una settimana tipo.
Le parti del “Suonare”
Come dicevamo suonare non è “solo fare pratica tecnica” sull’armonica (o qualsiasi altri strumento), ma anche altro.
Nell’immagine che segue vediamo chiaramente le parti che compongono l’insieme del suonare.
Indicativamente possiamo riassumere il concetto di suonare in queste grandi quattro parti.
Se siamo all’inizio, tuttavia, non possiamo focalizzarci su tutte e quattro allo stesso modo. Ci serve, prima di tutto, capire la tecnica, migliorare l’ascolto e abituarci alla musica…la nostra routine sarà quindi più focalizzata su questi fattori.
Ecco come cambia il bilanciamento delle nostre sessioni di studio:
Una volta capito come gestire al meglio il nostro tempo possiamo programmarci una settimana ideale:
Le ore di riposo, lontani dallo strumento, sono importanti tanto quanto quelle di pratica.
La tabella oraria e il numero di ore di pratica possono essere cambiati e modificati per adattarsi alle diverse esigenze. Mi sento di suggerire almeno un’ora al giorno tre volte alla settimana o 15 minuti tutti i giorni. L’importante è essere concentrati su cosa stiamo studiando e perché.
Combinando il concetto di proporzione del tempo ottimizzandolo dando priorità a certi argomenti e lo schema di organizzazione settimanale dovrebbero aiutarti nella creazione della tua routine perfetta.
Concerti e Interazione con Altri Musicisti?
Nella nostra routine c’è questa voce che sembra una sorta di intruso, rispetto alla sessione pratica e il suonare.
Secondo il mio pensiero, invece, deve farne parte tanto quanto dedicarsi allo strumento. Vediamo il perché.
Molto spesso sottovalutiamo il lato dell’interazione con l’ambiente musicale che ci circonda e le possibilità che questo ci offre.
Prima di tutto andare ad ascoltare gli altri che suonano è un punto che dovrebbe essere visto come una necessità. Innanzitutto si impara sempre da chiunque: sia da chi è più bravo sia da chi è palesemente meno bravo di noi. Non possiamo sapere da chi sentiremo l’idea geniale che ci stimola o qualcosa di interessante che ci completa come musicisti, quindi orecchi aperti e attenzione a ciò che fanno gli altri ci mantiene sempre ispirati.
Inoltre, “supportando la causa musica“, si riescono a creare contatti e scambio con persone che condividono la nostra stessa passione nei confronti della musica stessa, magari si inizia a suonarci assieme.
Il primo gruppo con cui io abbia mai suonato e tentato di cantare nacque per sbaglio in un locale che faceva musica dal vivo. Una sera, neopatentato, arrivai a sentire un gruppo famoso della zona con un armonicista strepitoso. Ad un certo punto un tizio (quello che diventò il batterista del gruppo) mi batte sulla spalla e mi fa: “mi ha detto il chitarrista della band che suona stasera che suoni l’armonica e canti…”è
Io ero imbarazzatissimo: “si, beh…un po’ l’armonica la suono, cantare direi di no…”
Alla fine organizzammo le prove per il giorno dopo e da lì iniziai, effettivamente, la mia carriera di musicista. Se fossi rimasto a casa, quella sera, oggi non farei quello che faccio, probabilmente.
È importante creare una rete tra persone che suonano, di qualsiasi livello. Serve a noi come musicisti per creare possibilità effettive, a noi come studenti per migliorare il rapporto con gli altri scambiando idee, esperienze, passione e a noi come amanti della musica per Mantere vivo e vivace il circuito (formato da appassionati, musicisti – professionisti e non, giornalisti, organizzatori, creativi, persone di ogni tipo) nutrendolo con la nostra presenza e facendoci arricchire dalla, si spera, verve e creatività del circuito.
Questo porta, quindi, ai concerti. Per chi sente la necessità, la voglia, di uscire e andare a suonare i concerti sono una parte fondamentale. Una sorta di punto di arrivo che, tuttavia, va un attimo analizzato.
Mi soffermo sull’analisi musicale e creativa, tralasciando la parte “professionistica” volutamente.
Quando saliamo sul palco a suonare dobbiamo portare alle persone la migliore musica che sappiamo suonare. E ad ogni concerto, in coscienza, dovremmo fare meglio del precedente, preparandoci meglio, suonando meglio e migliorando la nostra musica ogni volta. Questo per mantenere fede alla filosofia di questa parte di articolo, quella sull’interazione tra musicisti e persone.
Le persone che ci vengono a sentire vanno rispettate e per farlo dobbiamo suonare per loro sempre al meglio, sempre meglio. E i concerti vanno affrontati così, a qualsiasi livello, proprio per una nostra crescita personale come musicisti e una continua meraviglia che possiamo dare a chi ci ascolta. Senza egocentrismi, semplicemente suonando meglio.
Per farlo dobbiamo passare del tempo a fare pratica e a non veder l’ora di migliorare per fare musica sempre più bella, a prescindere dal genere.
Occorrente & Suggerimenti
Non basta solo la corretta pratica e la giusta forma mentis per rendere efficace ciò che facciamo. Dobbiamo avere a nostra disposizione alcune cose che ci facilitino il lavoro e che ci permettano di ottimizzare il nostro tempo e lo sforzo amorevole che facciamo ogni giorno sulla nostra armonica.
Fondamentali Per La Pratica Da Soli:
– Strumenti di buona qualità (armonica, amplificatore, microfono)
– Un posto dove esercitarsi senza distrazioni
– Una routine di studio scritta, ben pianificata
– Un risultato da raggiungere (notare che per certi risultati ci possono volere settimane, mesi e, in alcuni casi, anni)
– Dischi, brani e libri di teoria e metodo
– PC/Mac e programma/software audio per rallentare i brani (consiglio vivamente Audacity, disponibile per Windows, Mac e Linux)
Suonare in Gruppo e nei Concerti:
– Trovati un gruppo con il quale fare prove regolari
– Costruisci una rete di strumentisti con gli stessi interessi per suonare insieme, scriviti una lista con nome, strumento e telefono
– Fai sapere alle persone che vuoi suonare, lascia il tuo numero di telefono
– Sii disponibile a spostarti o ad affittare una sala prove se serve
– Abbi dei brani pronti da suonare, che conosci bene e invia una lista degli originali ai musicisti con i quali farai le prove
– Non farti alcun problema a suonare solamente con un’altra persona, magari senza batteria o senza basso. Bastano due persone per fare una prova.
– Cerca di organizzare una situazione dove puoi suonare regolarmente (ad esempio una jam session)
Spero che questo, lungo, articolo ti sia d’aiuto per organizzare e ottenere il meglio dai tuoi momenti di pratica sull’armonica.
Nel prossimo articolo scopriremo come studiare meglio sui dischi!
Alla prossima.